Estratti dagli scritti di Fra Benigno Palilla, Padre Matteo La Grua ed il libro “Fratello Esorcista”.
Dialogo tra esorcista e demonio
Più volte il demonio si arrabbia e si lamenta perché durante gli esorcismi soffre molto.Prontamente gli dico: “È proprio quello che voglio: quando sarai stanco di soffrire, tornerai nella Gehenna dove ti ha mandato il Signore”.
Mi risponde: “Oh no, io rimango qui perché io sono più forte di te. Tu creperai, ma io no, perché sono eterno. E poi all’inferno si soffre molto di più e si litiga, ci si odia l’un l’altro. Qui sto meglio, mi diverto. Tu fai soffrire me e io faccio soffrire lui; più fai soffrire me, più faccio soffrire lui (il ragazzo posseduto)”.
A questo punto gli dico: “Tu dici di essere il principe dei demoni, dunque sei Lucifero! Non è vero, sei falso, devi obbedire e star qui come un cane a catena. Dov’è la tua forza, la tua libertà?”
Mi risponde: “No no, sono libero, sono io che voglio stare qui perché sto meglio e non posso andarmene perché mi hanno venduto l’anima di questo ragazzo”.
Gli dico: “E io continuerò a bastonarti con le preghiere, con le benedizioni finché il Signore ti manderà via; e tu obbedirai”.
Il diavolo mi risponde: “Prete, ti sbagli, io non ho mai obbedito e starò qui perché sono più forte di te, sono il più forte. Prete, non hai altro da fare? Qui con me perdi il tempo? Pretucolo, non vali niente. Cos’hai fatto di bello nella vita? Niente! Vieni con me; mi interessano i preti perché le loro maledizioni sono più forti”.
E poi inizia a ridere a non finire, per disturbare la preghiera.
Nel recitare le preghiere succede, dato l’impegno di tenere a bada il demonio, o per rispondere alle sue domande, di dire qualche parola non esatta, o di passare da un mistero doloroso ad uno glorioso. Subito mi dice:
“Prete, hai sbagliato. Sì sì, hai sbagliato, te lo dico io: sono intelligentissimo, so tutto”.
E poi ride e sghignazza a lungo, sempre per disturbare la preghiera.
Un giorno il diavolo mi interrompe e mi dice: “Prete quelle preghiere lì non ci sono sul libretto; leggi quelle e non aggiungerne altre”. Ed era vero: avevo aggiunto qualche altra preghiera personalizzata alle esigenze del giovane e della sua fidanzata, ma a lui non piacevano perché contrarie al suo progetto.
È certo che non gli sfugge niente. Qualche volta mi dice: “Prete hai sbagliato; ed avevi sbagliato anche prima due volte, ma ho taciuto: sei un ignorante”. Ogni volta sottolinea un errore si diverte, sghignazza abbondantemente e riafferma: “Io sono intelligentissimo, tu sei un ignorante”.
Gli ricordo: “Ma non sei così intelligente come credi di essere! Nella scelta più importante e decisiva della tua esistenza hai sbagliato tutto, ti sei rovinato, sei stato maledetto e confinato all’inferno. Sai che mi dispiace sapere che soffri molto all’inferno e sulla terra tutti ti cacciano via. Se potessi fare qualcosa per liberarti verrei anche all’inferno, non per starci, ma per benedirti con l’acqua santa”.
Mi risponde: “Ah, sei un cretino! L’acqua santa all’inferno non può starci”, e giù una risata!
“Sai perché non mi mandi via di qui? Perché non hai fede! È vero che hai paura di me? Io vado d’accordo con i preti che hanno paura ed possiedono poca fede”.
Gli dico: “Non posso dire che ho abbastanza fede: questo lo può dire solo Dio, ma mi sto dando da fare per crescerla, per averne abbastanza per mandarti via. Prego il Signore perché aumenti la mia fede”.
Arrabiato mi urla: “Prete, hai detto Messa oggi?”
Con calma gli rispondo: “Ne ho dette tre”.
Sembrava aspettare che gli dicessi di no. Ci è rimase male, mortificato alla mia risposta: e non aggiunse una parola.
Una volta mi ha detto: “Pretucolo, non hai niente di meglio da fare? Perché vieni qui a perdere tempo? È mia quest’anima, mi hanno comandato di rimanere qui e la porterò con me”.
Gli rispondo: “Tu ascolterai il Signore, anche se ti dispiace”.
Con aria sprezzante mi risponde: “Io non gli ho mai ho obbedito e mai gli obbedirò”.
Gli dico: “Terminato il tempo che ti ha concesso, dovrai andartene. E così si compirà il disegno di Dio di aiutare alcune anime”.
Il demonio riprende: “Pretucolo, io sono il principe di questo mondo. Vedi quanti mi ascoltano, mi seguono. Prete, vieni anche tu con me?”.
Rispondo: “Finora ho combattuto la buona battaglia con il Signore. Vuoi che proprio ora gli volti le spalle? Povero fallito, non vedi che sei già vinto da Cristo, anche se tenti di strappargli le anime? Dimmi, ma sei proprio contento di avere disobbedito, o è una delle tue tante menzogne per ingannare?”
Allora a quel punto sghignazzò per avere sempre disobbedito e si vantò delle tante menzogne pronunciate: sono un suo vanto, un suo orgoglio.
“È proprio vero che sei il padre della menzogna!”.
E lui sghignazzò tutto soddisfatto come gli avessi detto bello, bravo, sei grande!
In un incontro di preghiere di liberazione poi gli dissi: “Sei un falso, sai solo ingannare e fare del male”.
Mi rispose: “Tu credi di offendermi; per me è un complimento”.
Saper affrontare il diavolo
Un giorno, durante l’esorcismo, il demonio dice: “La causa della possessione della giovane è dovuta alla fattura commissionata dalla zia”.All’esorcismo è presente anche la zia e alla preghiera il demonio la addita. Mi viene l’ispirazione di contestare l’affermazione del demonio perché la ritengo falsa. Ordino al demonio: “Nel nome di Cristo, dì la verità”. Il demonio è costretto a dire la verità: “Sua zia non ha colpa. È stata una mia decisione”.
Essendo il demonio menzognero si può tenere in poco conto le sue affermazioni, ma si possono avere dei riscontri per scoprire, discernere il vero dal falso. Egli vuole portare gli uomini nel suo regno, che significa dannazione perché odia Dio e vuole strapparGli il maggior numero possibile di anime.
Ci confessò il motivo una volta: “Mi sono ribellato a Dio perché non tolleravo che Gesù e gli uomini fossero amati più di me”.
Il demonio usa non solo con me un vocabolario abbastanza fiorito, cattivo, volgare, ma anche contro Dio e la Madonna. Quando ricambio le sue offese, allora mi chiede di usargli rispetto. Gli rispondo: “Ho imparato da te ad offendere: tu mi insulti sempre con le parolacce”.
Il demonio allora tace e per un po’ di tempo cambia comportamento e vocaboli.
Altre volte è nervoso, scocciato per le preghiere, stanchissimo di soffrire, vorrebbe impormi di smettere, anche con minacce. Gli dico: “Ricordati che sono io qui incaricato a mandare via te, e non tu a dare ordini a me e mettermi a tacere”.
Limiti dell’intelligenza del demonio
Il demonio ci tiene molto a chiamarsi intelligentissimo e a chiamare gli altri ignoranti.Ha il difetto dei politici: sono brave persone quelli della propria ideologia; tutti ignoranti che non capiscono niente quelli della corrente politica opposta.
Gli ricordo: “Non sei stato tanto intelligente quando hai disobbedito a Dio, rovinando la tua esistenza per sempre con una scelta sbagliata”.
Mi risponde: “Io non ho mai obbedito a nessuno e mai obbedirò. Mi diverto a fare il male e portar via le anime a Dio, a condurle nel nostro regno: è tutta la mia soddisfazione”.
A quel punto replico: “Ma non ti accorgi che Dio si serve di te per realizzare i suoi progetti? Tu, che dici di essere Lucifero, con i tuoi colleghi, non amici perché siete come cani e gatti, avete torturato la vita di P. Pio con le malattie misteriose, con le calunnie, le accuse, percotendolo nella sua cameretta, facendolo rinchiudere per due anni in cella per impedirgli di incontrare le anime. Che ci avete guadagnato? A guadagnarci è stato Dio e la missione di P. Pio. Ha guadagnato tanti meriti per salvare ancor più anime, per ottenere tante grazie da Dio, per diventare quel P. Pio che conosciamo”.
A questi discorsi il demonio non sa rispondere.
Cioè nelle grandi scelte il demonio non vede molto avanti, non sa valutare il bene o il meglio perché accecato dalla sua rabbia, invidia, odio. È incapace di un sano e completo giudizio. Dinanzi a simili riflessioni sfugge, dice di non sapere niente, o nega quello che ha già detto.
Quando gli faccio domande a cui non intende o non sa rispondere, mi dice: “Fatti gli affari tuoi: sei venuto qui per pregare, e prega”, cioè vuole sfuggire alla domanda.
Il demone Asmodeo contro i santi
Asmodeo usa delle strategie per impedire gli esorcismi che maggiormente lo fanno soffrire, perché non vuole andarsene, spesso deridendo le mie preghiere, i santi che invoco ed i segni liturgici.Succede anche con i segni di croce. Mi dice: “Non hai ancora finito; ancora croci, quante croci ci sono! Che ne fai di tutte queste croci? Lui è morto 2000 anni fa; chi si ricorda di Lui?”.
Soffre molto all’invocazione di S. Leopoldo o di Giovanni Paolo II° . A riguardo di P. Pio, mi dice: “Lascialo stare, è morto, sono tanti che lo disturbano, che lo chiamano”.
Passo allora ad invocare S. Antonio di Padova: “Ah, questo ormai è vecchio”.
Allora invoco il Curato d’Ars: “Oh, questo sì è buono! Ma quanti ne vuoi tirar fuori. Non la finisci più; lasciali in pace”.
Anche se soffre, trova lo stesso il tempo per ironizzare, per fare dell’umorismo e scherzarvi sopra. “Lascia P. Pio a dormire, perché lo disturbi anche tu? Come vuoi che faccia ad ascoltare tutti, sono troppi quelli che lo cercano! Finché era in vita ci ha bastonati bene, ormai fa poco”.
Vedendo che avverte bene la presenza di P. Pio per le sofferenze che gli procura gli dico: “Hai visto che non dormiva, che è venuto; hai sentito come pesano le sue mani?”.
Commenta: “Purtroppo sì, mi ha fatto sentire le sue mani”.
Invoco ancora S. Antonio e lui mi ripete: “È troppo vecchio, non fa più niente. Una volta sì ha fatto molto”.
“Ma sono ancora molti che vanno ad invocarlo”.
“Si, fanno bla bla, ma non c’è fede. Passano davanti chiacchierando”. Vuol farmi capire che sono più turisti che devoti del Santo.
Alle invocazioni di S. Romualdo, S. Pio, S. Leopoldo soffre e si lamenta ancor di più.
Durante i segni di Croce per mandarlo via, mi dice che non ne può più, di lasciarlo stare. Aggiunge: “In fondo sono il più buono dei demoni”. Naturalmente mi dice questo per tentare di impietosirmi.
Padre Pio negli esorcismi. L’esperienza di Fra Benigno
Durante un esorcismo ad una ragazza posseduta, il diavolo fissa lo sguardo in un angolo sulla sinistra e arrabbiato dice: “Tu, cosa fai qui? Vattene!”. Più volte gli sputa contro ripetendogli: “Vattene!”.Chiedo al demonio: “In nome di Gesù, dimmi chi c’è! Qualche santo è presente?”.
“Padre Pio”, mi risponde.
E io guardandolo in faccia gli comando: “Dimmi che cosa ti sta dicendo?”.
Replicò: “Mi dice di andarmene”.
“E allora obbedisci e vattene”. E in quel momento avvenne la liberazione.
In un esorcismo precedente sempre alla stessa ragazza, ricevetti un messaggio da parte di P. Pio.
A trasmetterlo fu proprio il demonio.
Lui stesso mi domanda: “Ti sei confessato”?
Gli chiedo: “Che cosa devo confessare?”.
Risponde: “Il peccato che hai fatto”.
“Quale peccato?”
Dice seccato: “Sei esorcista e non capisci niente”.
Allora replico: “Hai ragione, precisai, non capisco proprio nulla. Eppure il Signore si serve di me per liberare chi è posseduto da te”.
Riprese: “Vuoi fare l’esorcista, e commetti peccati! Vuoi fare e non sai fare niente!”.
“Quale è il peccato che ho commesso? Te lo comando in nome di Gesù: dimmelo!”.
Disse: “Hai commesso un peccato di fede. Nell’ultimo esorcismo mi hai chiesto notizie su una persona. Queste cose tu non puoi chiederle a me. Le puoi chiedere soltanto al tuo Dio”.
Poi volge lo sguardo verso l’angolo della stanza e grida forte: “Gliel’ho detto! Gliel’ho detto! L’hai sentito? Gliel’ho detto!”.
Mi rivolgo quindi al demonio con autorità: “Ti comando nel nome di Gesù, dimmi con chi stai parlando”.
“Con Padre Pio”, mi risponde.
In effetti avevo commesso peccato. Il Signore ci ha dato il potere di agire in suo nome su tutti i demoni: l’esorcista non può abdicare a tale potere.
Non può rivolgersi al demonio per chiedere un favore, come le informazioni su una persona, quasi sottomettendosi, avendo fiducia in lui e mancando di fede in Dio. Assomiglierebbe alle informazioni che si chiedono nelle sedute spiritiche.
E questo al demonio non può essere chiesto.
(da: venite ad me.org)