domenica 6 ottobre 2024

I MIRACOLI EUCARISTICI E LA SCIENZA


 (da wikipedia)

Una possibile spiegazione scientifica del presunto sanguinamento dell'ostia è che si tratti in realtà della crescita di uno strato di microrganismi dal colore rosso sangue. Johanna C. Cullen, ricercatrice della Georgetown University, nel 1994 è riuscita a produrre la parvenza di sanguinamento in laboratorio facendo attaccare le ostie da un batterio molto diffuso, la serratia marcescens, identificato per la prima volta nel 1823 da Bartolomeo Bizio e che in periodi di caldo e in luoghi umidi produce sui prodotti da forno (come appunto pane, focacce e quindi anche le ostie) un pigmento rosso e gelatinoso appropriatamente chiamato prodigiosina. La Cullen ha pubblicato la sua ricerca sulla rivista della American Society for Microbiology[41]. Analoghi risultati sono stati ottenuti nel 1998 da Luigi Garlaschelli, ricercatore dell'Università di Pavia[42], dichiaratamente ateo, e nel 2000 da J.W. Bennett e R. Bentley della Tulane University[43]. Non si spiega tuttavia come la proliferazione del Serratia possa improvvisamente cessare, senza finire per ricoprire tutta la particola.

Relativamente a miracoli eucaristici recenti (Buenos Aires (1996), Tixtla (2006), Sokółka (2008) e Legnica (2013)), è stato possibile effettuare esami medici accurati, dai quali è risultato che il materiale studiato è tessuto muscolare striato miocardico che, esaminato al microscopio, sia ottico che elettronico, non può essere confuso con una popolazione batterica, con particolare riferimento agli enterobatteri a forma di bastoncello, tipici della serratia marcescens.[44]

Per quanto riguarda il miracolo eucaristico che sarebbe avvenuto il 15 agosto 1996 nella parrocchia di Santa Maria, a Buenos Aires, l'ostia consacrata, rinvenuta alla base di un candelabro, fu posta successivamente in un calice d'acqua per essere dissolta (secondo le prescrizioni ecclesiastiche in casi del genere). In pochi giorni si trasformò in una sostanza rossa e gelatinosa, e campioni dell'ostia furono inviati a due diversi laboratori, a Sydney e New York, ignari dell'origine del materiale.

  • Le analisi mostrarono la presenza di tessuto miocardico e di globuli bianchi intatti, che non possono essere presenti nel tessuto cardiaco di un cadavere[45], tant'è che il professor Frederick Zugibe, primario di medicina legale e cardiologo della Columbia University di New York, incaricato degli esami, chiese sbalordito: "Come avete fatto ad estrarre da una persona un pezzo di cuore vivente?"[46]. Sempre il professor Zugibe, osservando il modo in cui i globuli bianchi avevano penetrato il tessuto miocardico, affermò che "il cuore era stato sottoposto a un duro stress, come se il suo proprietario fosse stato picchiato duramente all'altezza del torace".[47][48]

Per quanto riguarda il miracolo eucaristico che si sarebbe verificato a Tixtla il 22 ottobre 2006, mons. Alejo Zavala Castro, vescovo diocesano, affidò al dott. Ricardo Castañón Gómez, psicologo clinico, esperto di psicosomaticabiochimica e neuro-psicofisiologia, il compito di esaminare scientificamente l'ostia che era apparsa macchiata da una sostanza rossiccia. Furono prelevati tre millimetrici frammenti che vennero esaminati da diversi laboratori specializzati in medicina forenseimmunoistochimica e genetica, ubicati in MessicoGuatemalaBolivia e Stati Uniti. Gli esami fornirono i seguenti risultati:[49]

  • La sostanza analizzata è risultata essere sangue di tipo umano, appartenente al gruppo sanguigno AB, come nel miracolo eucaristico di Lanciano e nel caso della Sindone.[50]

  • Sono presenti fibre cellulari di natura muscolare cardiaca.

  • È presente DNA umano, ma non si riesce a ricavarne il profilo genetico.

  • Sotto la superficie del sangue coagulato, a contatto con l'ostia, è ancora presente sangue fresco (sono passati quasi quattro anni dal fenomeno iniziale).

  • Il sangue è scaturito dall'interno dell'ostia.

  • Sono presenti globuli bianchi ancora integri e attivi al momento del prelievo (I globuli bianchi sono labilissimi: fuori dal proprio organismo, o alla morte di questo, muoiono e si dissolvono entro poche decine di minuti. I globuli bianchi esprimono la vitalità dell'organismo a cui appartiene il tessuto in cui vengono ritrovati, inoltre i globuli bianchi non si formano in loco, ma vengono prodotti in altri distretti dell'organismo e successivamente inviati al punto che necessita del loro intervento, come nel caso di traumi, ferite o infiammazioni).[51]

Per quanto riguarda il miracolo eucaristico che sarebbe avvenuto a Sokółka il 12 ottobre 2008, le indagini scientifiche, furono affidati a due esperti dell'università di Białystok, il prof. Stanisław Sulkowski e la prof.ssa Maria Elżbieta Sobaniec-Łotowska, entrambi anatomopatologi.

Gli esami, effettuati separatamente dai due esperti sia con il microscopio ottico sia con quello elettronico, fornirono i seguenti risultati:

  • La parte modificata si presenta come tessuto miocardico.

  • Sono presenti nelle fibre segni di sofferenza, come segmentazione e frammentazione, tipiche di un organismo vivente in prossimità della morte.

  • Le fibre miocardiche e la struttura del pane azzimo sono legati in modo scientificamente inspiegabile.

  • Nonostante il lungo tempo trascorso, sono assenti, sia nelle fibre miocardiche sia nel pane, segni di corruzione o di degradazione, pure in assenza di conservanti.[52]

Per quanto riguarda il miracolo eucaristico che si sarebbe verificato a Legnica il 25 dicembre 2013, il 26 gennaio 2014 furono effettuati microprelievi di materiale per poterli analizzare, mentre il 10 febbraio seguente la porzione di particola, diventata rosso scuro, fu tolta dall'acqua e posata su un corporale, al quale aderì disidratandosi e assumendo l'aspetto che ha tuttora, a distanza di anni.

Le analisi furono eseguite inizialmente presso il dipartimento di medicina legale di Breslavia: dagli esami risultò che il materiale esaminato "assomigliava molto al muscolo cardiaco" di un essere umano, con "alterazioni che appaiono di frequente durante un'agonia"[53].

Successivamente furono effettuati esami anche presso il dipartimento di medicina legale della "Pomeranian Medical University" di Stettino, che confermarono come il materiale fosse tessuto muscolare cardiaco di natura umana.[54]

Dopo tutto questo si può ben dire che i miracoli Eucaristici sono veri e che quindi la Santa Eucaristia sia effettivamente Corpo e Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, in particolare ora sappiamo che quello che mangiamo (quello che il Signore ci regala a ogni S. Messa) è il Sacro Cuore di Gesù poco prima di morire. Vi rendete conto che così si spiega la devozione al Sacro Cuore di Gesù? Ricordo anche che, in una lettura di Santa Ildegarda da Bingen, che il cuore è la parte centrare dell'anima e dei suoi pensieri, o qualcosa del genere. Perciò ha senso che sia così, non trovate? Il Suo Cuore Santissimo ci ha così tanto amati da donarsi nel vero senso della parola. Ricordatevelo quando partecipate alla Santa Messa e vedete di comunicarvi degnamente, in stato di grazia (confessione almeno una volta al mese -a meno che di peccati mortali-, mi raccomando!) e magari, senza prenderlo con le mani (a questo proposito vi raccomando di leggere qualche post più indietro su come prendere l'Eucaristia voluto da Gesù).

LA LINGUA INCORROTTA DI SANT'ANTONIO DA PADOVA

 



Era l’8 aprile 1263 quando san Bonaventura da Bagnoregio, allora Ministro Generale dell’Ordine francescano, aprì la cassa contenente le spoglie di Sant’Antonio di Padova, morto 32 anni prima ed acclamato santo ad un anno appena dalla morte. L’intenzione era quella di spostare i sacri resti dalla chiesetta di santa Maria Mater Domini, in cui era stato seppellito quattro giorni dopo la morte, avvenuta il 13 giugno 1231, alla maestosa Basilica sorta intanto in suo onore. 

La scena che si presentò agli occhi dei presenti, al momento della riesumazione, fu sbalorditiva: mentre di tutto il corpo del Santo non restava che un cumulo di cenere ed ossa, la lingua invece – nonostante, per la sua fragilità, sia una delle prime parti del corpo a decomporsi – era rimasta intatta, “rubiconda et pulchra”, vermiglia e bella, come la descrisse san Bonaventura. 

Incontenibile lo stupore e la commozione di tutti: la Chronica XXIV Generalium riporta che, di fronte alla portentosa scoperta, san Bonaventura abbia esclamato: “O Lingua benedetta, che sempre hai lodato il Signore e lo hai fatto lodare dagli altri, ora appare manifesto a tutti quanti meriti hai acquistato presso Dio”. [...] 

Nel corso della seconda guerra mondiale, per timore dei bombardamenti, la Lingua e il Mento del Santo furono estratti dai reliquiari e nascosti in una cassa di ferro per circa due anni. Fu dopo questo occultamento, secondo la testimonianza dei frati del tempo, che la lingua non si presentò più carnosa ed eretta come era prima, ma, ciò nonostante, mai è venuta meno la fervida devozione dei fedeli verso questa insigne reliquia. (nota mia: in un altro sito, tantissimi anni fa, lessi che adesso si presenta nera e piena di muffa; immagino proprio per l'umidità a cui è stata sottoposta in quei 2 anni sottoterra. questo garantisce ancora di più che sia una lingua vera!)

Nel 1981, quando si effettuò dopo secoli, un’altra ricognizione delle sacre spoglie, gli scienziati individuarono, tra i resti mortali del Santo, il suo apparato vocale pressoché intatto: anche l’osso ioide e due frammenti delle cartilagini aritenoidee, come la Lingua, si erano conservati incorrotti, mentre tutte le altre cartilagini erano sfaldate.