lunedì 23 giugno 2014

DIALOGHI FRA ESORCISTA E DEMONIO

 Estratti dagli scritti di Fra Benigno Palilla, Padre Matteo La Grua ed il libro “Fratello Esorcista”.

Dialogo tra esorcista e demonio

Più volte il demonio si arrabbia e si lamenta perché durante gli esorcismi soffre molto.
Prontamente gli dico: “È proprio quello che voglio: quando sarai stanco di soffrire, tornerai nella Gehenna dove ti ha mandato il Signore”.
Mi risponde: “Oh no, io rimango qui perché io sono più forte di te. Tu creperai, ma io no, perché sono eterno. E poi all’inferno si soffre molto di più e si litiga, ci si odia l’un l’altro. Qui sto meglio, mi diverto. Tu fai soffrire me e io faccio soffrire lui; più fai soffrire me, più faccio soffrire lui (il ragazzo posseduto)”.
A questo punto gli dico: “Tu dici di essere il principe dei demoni, dunque sei Lucifero! Non è vero, sei falso, devi obbedire e star qui come un cane a catena. Dov’è la tua forza, la tua libertà?
Mi risponde: “No no, sono libero, sono io che voglio stare qui perché sto meglio e non posso andarmene perché mi hanno venduto l’anima di questo ragazzo”.
Gli dico: “E io continuerò a bastonarti con le preghiere, con le benedizioni finché il Signore ti manderà via; e tu obbedirai”.
Il diavolo mi risponde: “Prete, ti sbagli, io non ho mai obbedito e starò qui perché sono più forte di te, sono il più forte. Prete, non hai altro da fare? Qui con me perdi il tempo? Pretucolo, non vali niente. Cos’hai fatto di bello nella vita? Niente! Vieni con me; mi interessano i preti perché le loro maledizioni sono più forti”.
E poi inizia a ridere a non finire, per disturbare la preghiera.
Nel recitare le preghiere succede, dato l’impegno di tenere a bada il demonio, o per rispondere alle sue domande, di dire qualche parola non esatta, o di passare da un mistero doloroso ad uno glorioso. Subito mi dice:
Prete, hai sbagliato. Sì sì, hai sbagliato, te lo dico io: sono intelligentissimo, so tutto”.
E poi ride e sghignazza a lungo, sempre per disturbare la preghiera.


Un giorno il diavolo mi interrompe e mi dice: “Prete quelle preghiere lì non ci sono sul libretto; leggi quelle e non aggiungerne altre”. Ed era vero: avevo aggiunto qualche altra preghiera personalizzata alle esigenze del giovane e della sua fidanzata, ma a lui non piacevano perché contrarie al suo progetto.
È certo che non gli sfugge niente. Qualche volta mi dice: “Prete hai sbagliato; ed avevi sbagliato anche prima due volte, ma ho taciuto: sei un ignorante”. Ogni volta sottolinea un errore si diverte, sghignazza abbondantemente e riafferma: “Io sono intelligentissimo, tu sei un ignorante”.
Gli ricordo: “Ma non sei così intelligente come credi di essere! Nella scelta più importante e decisiva della tua esistenza hai sbagliato tutto, ti sei rovinato, sei stato maledetto e confinato all’inferno. Sai che mi dispiace sapere che soffri molto all’inferno e sulla terra tutti ti cacciano via. Se potessi fare qualcosa per liberarti verrei anche all’inferno, non per starci, ma per benedirti con l’acqua santa”.
Mi risponde: “Ah, sei un cretino! L’acqua santa all’inferno non può starci”, e giù una risata!
Sai perché non mi mandi via di qui? Perché non hai fede! È vero che hai paura di me? Io vado d’accordo con i preti che hanno paura ed possiedono poca fede”.
Gli dico: “Non posso dire che ho abbastanza fede: questo lo può dire solo Dio, ma mi sto dando da fare per crescerla, per averne abbastanza per mandarti via. Prego il Signore perché aumenti la mia fede”.
Arrabiato mi urla: “Prete, hai detto Messa oggi?
Con calma gli rispondo: “Ne ho dette tre”.
Sembrava aspettare che gli dicessi di no. Ci è rimase male, mortificato alla mia risposta: e non aggiunse una parola.

Una volta mi ha detto: “Pretucolo, non hai niente di meglio da fare? Perché vieni qui a perdere tempo? È mia quest’anima, mi hanno comandato di rimanere qui e la porterò con me”.
Gli rispondo: “Tu ascolterai il Signore, anche se ti dispiace”.
Con aria sprezzante mi risponde: “Io non gli ho mai ho obbedito e mai gli obbedirò”.
Gli dico: “Terminato il tempo che ti ha concesso, dovrai andartene. E così si compirà il disegno di Dio di aiutare alcune anime”.
Il demonio riprende: “Pretucolo, io sono il principe di questo mondo. Vedi quanti mi ascoltano, mi seguono. Prete, vieni anche tu con me?”.
Rispondo: “Finora ho combattuto la buona battaglia con il Signore. Vuoi che proprio ora gli volti le spalle? Povero fallito, non vedi che sei già vinto da Cristo, anche se tenti di strappargli le anime? Dimmi, ma sei proprio contento di avere disobbedito, o è una delle tue tante menzogne per ingannare?
Allora a quel punto sghignazzò per avere sempre disobbedito e si vantò delle tante menzogne pronunciate: sono un suo vanto, un suo orgoglio.
È proprio vero che sei il padre della menzogna!”.
E lui sghignazzò tutto soddisfatto come gli avessi detto bello, bravo, sei grande!
In un incontro di preghiere di liberazione poi gli dissi: “Sei un falso, sai solo ingannare e fare del male”.
Mi rispose: “Tu credi di offendermi; per me è un complimento”.
  

Saper affrontare il diavolo

Un giorno, durante l’esorcismo, il demonio dice: “La causa della possessione della giovane è dovuta alla fattura commissionata dalla zia”.
All’esorcismo è presente anche la zia e alla preghiera il demonio la addita. Mi viene l’ispirazione di contestare l’affermazione del demonio perché la ritengo falsa. Ordino al demonio: “Nel nome di Cristo, dì la verità”. Il demonio è costretto a dire la verità: “Sua zia non ha colpa. È stata una mia decisione”.
Essendo il demonio menzognero si può tenere in poco conto le sue affermazioni, ma si possono avere dei riscontri per scoprire, discernere il vero dal falso. Egli vuole portare gli uomini nel suo regno, che significa dannazione perché odia Dio e vuole strapparGli il maggior numero possibile di anime.
Ci confessò il motivo una volta: “Mi sono ribellato a Dio perché non tolleravo che Gesù e gli uomini fossero amati più di me”.
Il demonio usa non solo con me un vocabolario abbastanza fiorito, cattivo, volgare, ma anche contro Dio e la Madonna. Quando ricambio le sue offese, allora mi chiede di usargli rispetto. Gli rispondo: “Ho imparato da te ad offendere: tu mi insulti sempre con le parolacce”.
Il demonio allora tace e per un po’ di tempo cambia comportamento e vocaboli.
Altre volte è nervoso, scocciato per le preghiere, stanchissimo di soffrire, vorrebbe impormi di smettere, anche con minacce. Gli dico: “Ricordati che sono io qui incaricato a mandare via te, e non tu a dare ordini a me e mettermi a tacere”.
  

Limiti dell’intelligenza del demonio

Il demonio ci tiene molto a chiamarsi intelligentissimo e a chiamare gli altri ignoranti.
Ha il difetto dei politici: sono brave persone quelli della propria ideologia; tutti ignoranti che non capiscono niente quelli della corrente politica opposta.
Gli ricordo: “Non sei stato tanto intelligente quando hai disobbedito a Dio, rovinando la tua esistenza per sempre con una scelta sbagliata”.
Mi risponde: “Io non ho mai obbedito a nessuno e mai obbedirò. Mi diverto a fare il male e portar via le anime a Dio, a condurle nel nostro regno: è tutta la mia soddisfazione”.
A quel punto replico: “Ma non ti accorgi che Dio si serve di te per realizzare i suoi progetti? Tu, che dici di essere Lucifero, con i tuoi colleghi, non amici perché siete come cani e gatti, avete torturato la vita di P. Pio con le malattie misteriose, con le calunnie, le accuse, percotendolo nella sua cameretta, facendolo rinchiudere per due anni in cella per impedirgli di incontrare le anime. Che ci avete guadagnato? A guadagnarci è stato Dio e la missione di P. Pio. Ha guadagnato tanti meriti per salvare ancor più anime, per ottenere tante grazie da Dio, per diventare quel P. Pio che conosciamo”.
A questi discorsi il demonio non sa rispondere.
Cioè nelle grandi scelte il demonio non vede molto avanti, non sa valutare il bene o il meglio perché accecato dalla sua rabbia, invidia, odio. È incapace di un sano e completo giudizio. Dinanzi a simili riflessioni sfugge, dice di non sapere niente, o nega quello che ha già detto.
Quando gli faccio domande a cui non intende o non sa rispondere, mi dice: “Fatti gli affari tuoi: sei venuto qui per pregare, e prega”, cioè vuole sfuggire alla domanda.


Il demone Asmodeo contro i santi

Asmodeo usa delle strategie per impedire gli esorcismi che maggiormente lo fanno soffrire, perché non vuole andarsene, spesso deridendo le mie preghiere, i santi che invoco ed i segni liturgici.
Succede anche con i segni di croce. Mi dice: “Non hai ancora finito; ancora croci, quante croci ci sono! Che ne fai di tutte queste croci? Lui è morto 2000 anni fa; chi si ricorda di Lui?”.
Soffre molto all’invocazione di S. Leopoldo o di Giovanni Paolo II° . A riguardo di P. Pio, mi dice: “Lascialo stare, è morto, sono tanti che lo disturbano, che lo chiamano”.
Passo allora ad invocare S. Antonio di Padova: “Ah, questo ormai è vecchio”.
Allora invoco il Curato d’Ars: “Oh, questo sì è buono! Ma quanti ne vuoi tirar fuori. Non la finisci più; lasciali in pace”.
Anche se soffre, trova lo stesso il tempo per ironizzare, per fare dell’umorismo e scherzarvi sopra. “Lascia P. Pio a dormire, perché lo disturbi anche tu? Come vuoi che faccia ad ascoltare tutti, sono troppi quelli che lo cercano! Finché era in vita ci ha bastonati bene, ormai fa poco”.
Vedendo che avverte bene la presenza di P. Pio per le sofferenze che gli procura gli dico: “Hai visto che non dormiva, che è venuto; hai sentito come pesano le sue mani?”.
Commenta: “Purtroppo sì, mi ha fatto sentire le sue mani”.
Invoco ancora S. Antonio e lui mi ripete: “È troppo vecchio, non fa più niente. Una volta sì ha fatto molto”.
Ma sono ancora molti che vanno ad invocarlo”.
Si, fanno bla bla, ma non c’è fede. Passano davanti chiacchierando”. Vuol farmi capire che sono più turisti che devoti del Santo.
Alle invocazioni di S. Romualdo, S. Pio, S. Leopoldo soffre e si lamenta ancor di più.
Durante i segni di Croce per mandarlo via, mi dice che non ne può più, di lasciarlo stare. Aggiunge: “In fondo sono il più buono dei demoni”. Naturalmente mi dice questo per tentare di impietosirmi.
  

Padre Pio negli esorcismi. L’esperienza di Fra Benigno

Durante un esorcismo ad una ragazza posseduta, il diavolo fissa lo sguardo in un angolo sulla sinistra e arrabbiato dice: “Tu, cosa fai qui? Vattene!”. Più volte gli sputa contro ripetendogli: “Vattene!”.
Chiedo al demonio: “In nome di Gesù, dimmi chi c’è! Qualche santo è presente?”.
Padre Pio”, mi risponde.
E io guardandolo in faccia gli comando: “Dimmi che cosa ti sta dicendo?”.
Replicò: “Mi dice di andarmene”.
E allora obbedisci e vattene”. E in quel momento avvenne la liberazione.
In un esorcismo precedente sempre alla stessa ragazza, ricevetti un messaggio da parte di P. Pio.
A trasmetterlo fu proprio il demonio.
Lui stesso mi domanda: “Ti sei confessato”?
Gli chiedo: “Che cosa devo confessare?”.
Risponde: “Il peccato che hai fatto”.
Quale peccato?
Dice seccato: “Sei esorcista e non capisci niente”.
Allora replico: “Hai ragione, precisai, non capisco proprio nulla. Eppure il Signore si serve di me per liberare chi è posseduto da te”.
Riprese: “Vuoi fare l’esorcista, e commetti peccati! Vuoi fare e non sai fare niente!”.
Quale è il peccato che ho commesso? Te lo comando in nome di Gesù: dimmelo!”.
Disse: “Hai commesso un peccato di fede. Nell’ultimo esorcismo mi hai chiesto notizie su una persona. Queste cose tu non puoi chiederle a me. Le puoi chiedere soltanto al tuo Dio”.
Poi volge lo sguardo verso l’angolo della stanza e grida forte: “Gliel’ho detto! Gliel’ho detto! L’hai sentito? Gliel’ho detto!”.
Mi rivolgo quindi al demonio con autorità: “Ti comando nel nome di Gesù, dimmi con chi stai parlando”.
Con Padre Pio”, mi risponde.
In effetti avevo commesso peccato. Il Signore ci ha dato il potere di agire in suo nome su tutti i demoni: l’esorcista non può abdicare a tale potere.
Non può rivolgersi al demonio per chiedere un favore, come le informazioni su una persona, quasi sottomettendosi, avendo fiducia in lui e mancando di fede in Dio. Assomiglierebbe alle informazioni che si chiedono nelle sedute spiritiche.
E questo al demonio non può essere chiesto.




(da: venite ad me.org)

L’ESORCISMO DI ANNELIESE MICHEL E LE RIVELAZIONI DEL DEMONIO

La storia che stiamo per raccontarvi, nella sua ampia complicatezza, ci trasporta nella realtà più “buia” e profonda della possessione diabolica.
Questo caso tutt’oggi alimenta paure e incomprensioni arrivando a dividere aspramente persino i membri della Chiesa riguardo l’avvenuto, ma coloro i quali furono presenti agli esorcismi, prendendo nota di quanto il demonio rivelava sotto costrizione divina, hanno lasciato ai posteri una testimonianza che lascia spazio a pochi dubbi.
La vicenda di Anneliese Michel, ragazzina posseduta a causa dei peccati degli uomini di Chiesa e dei peccati del mondo, sconvolse l’opinione pubblica in maniera radicale ed ispirò per i decenni a venire numerosi libri e pellicole cinematografiche.
Ma cosa realmente avvenne? E perchè le rivelazioni del demonio furono pubblicate solo molti anni dopo la conclusione dell’esorcismo?

La storia

Anneliese Michel nacque in Germania il 21 settembre 1952, più precisamente nella cittadina bavarese di Leiblfing; crebbe in una famiglia cattolica di stampo tradizionalista ed i suoi genitori, Josef e Anna Michel, furono molto premurosi nel farle ricevere un’adeguata istruzione religiosa.
 

Anneliese in giovane età
Anneliese in giovane età
 
La sua fu un’adolescenza serena: Anneliese era una ragazza solare che amava trascorrere le giornate in compagnia o suonando l’accordion, frequentava la chiesa locale e leggeva spesso le Sacre Scritture.
Tuttavia, in termini di salute, non godeva di forma perfetta e già in adolescenza sviluppò una malattia polmonare, motivo per il quale venne curata in un sanatorio per i malati di tubercolosi a Mittelberg.
Dopo il suo rilascio continuò a studiare in un liceo di Aschaffenburg, ma ben presto diverse convulsioni attribuite successivamente ad una rara forma d’epilessia la costrinsero di nuovo ad interrompere il corso di studi. Le convulsioni erano talmente violente che Anneliese divenne incapace di formare un discorso coerente ed aveva difficoltà a camminare senza assistenza.
Durante i numerosi ricoveri, secondo quanto testimoniato dai dottori, la ragazza passava il tempo pregando costantemente e dedicandosi a rafforzare la sua fede e il suo rapporto spirituale con Dio.
Probabilmente fu proprio in quei giorni che Annaliese sviluppò il desiderio di divenire catechista.
Nell’autunno del 1968, poco prima del suo sedicesimo compleanno, la madre notò che alcune parti del corpo di sua figlia erano cresciute in maniera innaturale, specialmente le mani – il tutto senza alcun motivo spiegabile.
Allo stesso tempo, Anneliese iniziò a comportarsi inconsuetamente.
 


I primi sintomi che lasciavano intuire un’influenza malefica dietro alle più comuni malattie si manifestarono nel corso d’un pellegrinaggio: durante il viaggio in pullman iniziò, tra lo stupore dei presenti, a parlare con voce maschile molto profonda. Quando, successivamente, i pellegrini raggiunsero il santuario, la ragazza inizò ad urlare numerose maledizioni.
Durante la notte, la ragazza rimaneva paralizzata sul letto, senza riuscir a dire una sola parola: le sembrava d’esser sopraffatta da una forza sovraumana che la opprimeva, la incatenava, cercava di soffocarla.
Padre Renz, il sacerdote che la accompagnò in viaggio e che sarà poi colui che la esorcizzerà, riferì successivamente che Anneliese spesso veniva come strattonata da una “potenza” invisibile che la faceva roteare, sbattere contro muri e cadere a terra con molta violenza.

Verso la fine del 1973 i genitori, constatando la totale inefficacia delle cure mediche ed avendo il sospetto che si trattasse di possessione, si rivolsero al Vescovo locale affinchè autorizzasse un esorcista ad occuparsi di Anneliese.
La richiesta venne in un primo momento respinta, e lo stesso Vescovo invitò ad insistere con più approfonditi trattamenti medici.

Tuttavia la situazione, nonostante il sottoporre la ragazza ai più importanti specialisti, degenerò ancor di più: dopo aver constatato che Anneliese nutriva una forte avversione per tutti gli oggetti religiosi, esibiva una forza fuori dal comune e sempre più spesso parlava in lingue arcaiche (aramaico, latino e greco antico), nel settembre del 1975 il Vescovo di Würzburg
Josef Stangl decise di permettere a due sacerdoti – Padre Ernst Alt e Padre Arnold Renz – d’esorcizzare Anneliese Michel secondo il Rituale Romanum del 1614.
I due sacerdoti, convocati dunque a Klingenberg, programmarono un cammino faticoso e intenso per l’esorcismo.
Durante il primo tentativo, eseguito rigorosamente secondo il rituale latino, i demoni a sopresa iniziarono a parlare senza che fosse posta loro alcuna domanda: Padre Ernst colse l’occasione per tentare di conoscere il nome di questi spiriti maligni che opprimevano il corpo e la mente della povera fanciulla.
Essi si presentarono con i nomi di Lucifero, Giuda, Hitler, Nerone, Caino e Fleischmann (un religioso tedesco dannato appartenente al XVII secolo).


Le grandi sofferenze che Annaliese era costretta a sopportare rapidamente ebbero un’escalation, accompagnate dall’acutizzarsi delle manifestazioni diaboliche.
Come riporterà Padre Roth (uno degli esorcisti che si affiancarono successivamente), gli occhi della ragazza erano divenuti completamente neri, aggrediva con terribile furia i propri fratelli, spezzava qualsiasi Rosario le se porgesse, si nutriva di scarafaggi e ragni, si strappava i vestiti, si arrampicava sui muri ed emetteva suoni mostruosi.
Il suo viso e la testa erano pieni di lividi; il colore della pelle variava dal pallido al violaceo.
I suoi occhi erano così gonfi che riusciva a malapena a vedere; i denti erano rotti e scheggiati dai suoi molteplici tentativi di mordere o mangiare le pareti della sua stanza. Il suo corpo divenne talmente tanto danneggiato che era difficile riconoscerla fisicamente.
La ragazza, con il trascorrere del tempo, smise di cibarsi di qualunque altra sostanza all’infuori della Santa Eucaristia.


Nonostante questa pesantissima croce, Anneliese Michel nei pochi momenti in cui aveva il controllo del proprio corpo offriva di continuo sacrifici al Signore in espiazione dei peccati: arrivò persino a dormire su un letto di pietre o sul pavimento in pieno inverno come penitenza per i sacerdoti ribelli ed i drogati.

Tutto ciò, come confermato dalla madre e dal fidanzato, fu chiesto espressamente dalla Vergine Maria, la quale apparve alla ragazza mesi prima.
 

LA RICHIESTA DELLA MADONNA



Una domenica Anneliese e Peter, il fidanzato, avevano deciso di andare a fare una passeggiata in una zona lontana da casa.
Recatisi sul posto, le condizioni della ragazza peggiorarono improvvisamente e smise di camminare, tale era il dolore: proprio in quel momento Maria, la Madre di Dio, le apparve.
Il fidanzato assistette incredulo al miracolo che gli si stava compiendo dinnanzi: Annaliese era divenuta raggiante, il dolore scomparso e la ragazza era in estasi. Ella affermava che la Vergine stava camminando con loro ed aveva chiesto:


 
Il mio cuore soffre molto perché tante anime vanno all’inferno. È necessario fare penitenza per i sacerdoti, per i giovani e per il vostro paese. Vuoi fare penitenza per queste anime, in modo che tutte queste persone non vadano all’inferno?

Anneliese decise d’accettare, non del tutto conscia di quali e quante sofferenze avrebbe patito negli ultimi anni della sua vita.
Il fidanzato, tutt’oggi sconvolto per quanto accaduto, successivamente affermerà che in Annaliese ha visto il Cristo Sofferente, ha visto l’Innocente che volontariamente si sacrifica per salvare gli altri.
  

La morte, le stimmate e l’insabbiamento

Attorno alla fine del 1975 Padre Renz e Padre Alt, stupiti per la gravità della possessione, riuscirono ad ottenere i primi risultati scacciando alcuni dei diavoli: essi riferirono che la Vergine Maria aveva promesso d’intervenire per espellerli, seppur non tutti.
Questo particolare fu ancor più evidente quando sia Fleischmann che Lucifero, prima d’uscire dal corpo della ragazza, furono costretti a recitare l’incipit dell’Ave Maria.
Tuttavia i rimanenti, incitati più volte ad uscire dai sacerdoti, dissero: “Vogliamo andarcene, ma non possiamo!“.
La croce che Anneliese Michel accettò di portare era destinata ad accompagnarla sino al termine estremo della vita.
Dopo 10 mesi e 65 esorcismi, il primo giorno di luglio del 1976 Anneliese, come aveva predetto nelle sue lettere, morì come martire a soli 24 anni, stremata dalle precarie condizione fisiche.
L’autopsia sul corpo riscontrò la presenta delle Stimmate, un ulteriore segno della sua personale sofferenza per la redenzione delle anime.


Il clamore che scatenò questa vicenda fu tale che la magistratura decise d’indagare i genitori, il parroco e l’altro prete per omicidio colposo: il processo si concluse con la condanna a 6 mesi di reclusione per negligenza.
Questo nonostante le numerose testimonianze che attestavano l’impossibilità di nutrire Anneliese, la quale da tempo non riusciva ad ingerire altro cibo se non l’Eucaristia domenicale.
Alcuni esponenti della Chiesa richiesero alla Santa Sede addirittura di rimuovere totalmente la figura dell’esorcista ed il rituale dell’esorcismo, poichè credevano che tale pratica gettasse in cattiva luce il Cristianesimo. Questa richiesta, fortunatamente, fu ignorata dall’allora
Papa Paolo VI.
Furono proprio le numerose controversie all’interno della Chiesa a costringere le autorità religiose a sequestrare tutto il materiale – registrazioni audio ed appunti – raccolto dai testimoni della vicenda.
Il “taboo” sul caso di Anneliese Michel durò per ben tre decadi, ovvero sino al quel giorno del 1997 nel quale le rivelazioni dei demoni che possedevano la ragazza vennero raccolte e pubblicate, rendendole disponibili per il grande pubblico.

 
Padre, non ho mai pensato che sarebbe stato così spaventoso. Ho voluto soffrire per altre persone di modo che non finiscano all’inferno. Ma non avrei mai pensato che sarebbe stato così spaventoso, così orribile. A volte, si pensa, “soffrire è una cosa facile!”…ma diventa davvero difficile che non si riesce a fare neppure un singolo passo…è impossibile immaginare come possano forzare un essere umano. Non hai più alcun controllo su te stesso.
(Annaliese Michel, rivolgendosi a Padre Renz)

Le rivelazioni del demonio


● “Sapete perché combatto così tanto io? Perché io fu precipitato proprio a causa degli uomini.

● “Io, Lucifero, ero in cielo, nel coro di Michele.” L’esorcista: “Ma tu potresti essere tra i Cherubini!” Risposta: “Si, io ero anche questo.

● “Giuda me lo sono preso io! Lui è dannato. Quello si poteva salvare, ma non ha voluto seguire il Nazareno.

● “I nemici della Chiesa sono nostri amici!

● “Da noi non c’è ritorno! L’inferno è per tutta l’eternità! Nessuno torna indietro! Qui non c’è amore, c’è solo odio, combattiamo sempre, ci combattiamo l’un l’altro.

● “Gli uomini sono così bestialmente stupidi! Credono che dopo la morte sia finito tutto.

● “In questo secolo ci saranno tanti Santi, come non ce ne sono mai stati. Ma anche tanta gente viene da noi.

● “Contro di voi ci scagliamo e potremmo ancora di più, se non fossimo legati. Noi possiamo solo fino a dove arrivano le catene.

● L’esorcista: “Tu sei il colpevole di tutte le eresie!” Risposta: “Si, e ne ho ancora tante da creare.”

● “La talare ormai non la indossa più nessuno. Questi modernisti della Chiesa sono opera mia e mi appartengono tutti ormai.

● “Quello laggiù (il Papa), quello solo tiene in piedi la Chiesa. Gli altri non lo seguono.

● “Tutti adesso tirano fuori le zampe per prendere la Comunione e neanche si inginocchiano più! Ah! Opera mia!

● “Di noi quasi nessuno parla più, neppure i sacerdoti.

● “L’altare rivolto verso i fedeli è stata idea nostra…sono tutti corsi dietro agli Evangelici come meretrici! I Cattolici hanno la vera dottrina e corrono dietro ai Protestanti!

● “Per ordine dell’Alta Dama devo dire che si deve pregare di più lo Spirito Santo. Voi dovete pregare molto, perché i castighi sono vicini.

● “L’enciclica Humanae Vitae è importantissima! E nessun prete può sposarsi, egli è sacerdote in eterno.

● “Ovunque venga votata una legge a favore dell’aborto, tutto l’inferno è presente!

● “L’aborto è omicidio, sempre e comunque. L’anima negli embrioni non arriva alla visione beatifica di Dio, arriva lassù in Cielo (si tratta del Limbo), ma anche i bambini non nati possono essere battezzati.

● “Peccato che il Sinodo (Concilio Vaticano II) sia finito, ci ha rallegrato moltissimo!” 


● “Tante Ostie vengono profanate perchè vengono date sulle mani. Non si rendono nemmeno conto!

● “Il nuovo catechismo olandese l’ho scritto io! È tutto falsificato!” (NOTA: il demonio fa riferimento alla congregazione che eliminò i riferimenti alla Trinità e all’Inferno nel catechismo dei Paesi Bassi).

● “Voi avete il potere di scacciarci, ma non lo fate più! Non ci credete neppure!

● “Se aveste idea di quanto è potente il Rosario…è fortissimo contro Satana…non voglio dirlo, ma sono costretto.




(da:veniteadme.org)