Di seguito, le prove che dimostrano che è un sacrilegio toccare il Corpo purissimo di Cristo se non si è sacerdoti. Nemmeno le suore dovrebbero farlo!
Vi ricordo che questo era anche uno degli obbiettivi della Massoneria; le persone poi che fanno le sette sataniche, prendono l'Ostia e la portano alle loro messe nere! Non vi voglio dire poi cosa ci fanno con il meraviglioso corpo di Gesù, è troppo tremendo (lo lessi dallo scritto di un prete che faceva l'intervista a due satanisti).
COMUNIONE SULLA MANO? ANCHE I MISTICI DICONO DI NO!
"Dopo aver pregato, il Salvatore insegnò. Le parole uscivano dalla sua bocca come la luce irraggiante dal fuoco; essa permeava gli Apostoli, a eccezione di Giuda. Presa poi la patena con i frammenti di pane, Gesù disse ai convitati: - Prendete e mangiate: questo è il mio Corpo, che sarà dato per voi! - Protese quindi la destra, come per benedire, mentre così faceva, irradiava da Lui un abbagliante splendore. Non solo erano luminose le sue parole, ma anche il pane posato sulla lingua degli Apostoli, il quale era tutto raggiante. Vidi inoltre gli stessi Apostoli radiosi di Luce, a eccezione di Giuda, che divenne tenebroso. Il Nazareno aveva posto il Pane prima sulla lingua di Pietro e poi su quella di Giovanni; quindi aveva fatto segno a Giuda di avvicinarsi. L'Iscariota era stato il terzo, al quale Gesù aveva presentato il Sacramento; poi gli aveva detto: - Fa' presto quanto vuoi fare! Aveva comunicato quindi gli altri Apostoli, che gli si erano avvicinati a due a due".(Dalle Rivelazioni della Beata Anna Caterina Emmerich, stimmatizzata agostiniana nata l'8 settembre 1774 e morta il 9 febbraio 1824, volume secondo, pagina 107, della Editrice Cantagalli di Siena).
"In mezzo a continui patimenti, essa nella festa del Corpus Domini ebbe ricchissime visioni circa la istituzione del santissimo Sacramento... Vidi un quadro dell'istituzione del SS. Sacramento. Il Signore sedeva al centro del lato lungo della tavola; alla sua dritta sedeva Giovanni, alla sua sinistra uno svelto e sottile apostolo, che molto a Giovanni assomigliavasi; presso di lui sedeva Pietro, che spesso sporgeva il capo per sopra il suo vicino. Sul principio vidi il Signore ancor per alcun tempo ammaestrare sedendo. Quindi egli sorse in piedi e gli altri con lui; tutti lo guardavano silenziosi e con una certa curiosità, e stavano intenti a ciò che egli fosse per fare. Vidi allora come sollevasse in alto il piatto su cui posava il pane, e rivolgesse gli occhi al cielo, e quindi con un coltello d'osso percorrendo le linee che solcavano quel pane, lo spezzasse in bocconi. Lo vidi poi muover la mano dritta sopra quei frammenti come benedicendoli. Mentre ei ciò fece, si diffuse da lui uscendo un gran splendore, il pane risplendeva, egli stesso era luminoso e come nella luce disciolto, e cotesta luce si diffuse sopra tutti i presenti e sembrava che penetrasse in loro. E tutti divennero silenziosi e raccolti; il solo Giuda vidi oscuro e come se respingesse cotesta luce. Gesù sollevò pure in alto il calice e gli occhi, e lo benedisse allo stesso modo. Non posso trovare altra espressione adatta a rappresentare ciò che in lui succedesse durante cotesta santa cerimonia, fuor quella di dire ch'io vedevo e sentivo come egli si trasformasse. Poi il pane ed il calice divennero luce. Vidi che aveva deposto i frammenti sopra la superficie di un piatto, che assomigliavasi ad una patena, e che con la sua dritta distribuiva cotesti bocconiponendoli in bocca a ciascuno..."
(Vita della Beata Anna Caterina Emmerich, scritta dal P.C.E. Schmóger della Congregazione del SS. Redentore, volume II, pp. 413-414, Editrice Marietti, Torino 1871).
"L'anima di un sacerdote venne da me e mi disse di pregare per lui, perché doveva soffrire molto. Di più non poté dire; poi sparì. Un'altra anima del Purgatorio mi spiegò in seguito: "Egli deve soffrire molto, poiché ha seguito l'uso di distribuire la Comunione nelle mani dei fedeli e perché ha fatto rimuovere i banchi che servivano per ricevere la Comunione in ginocchio. Si potrebbe aiutarlo rimettendo i banchi al loro posto, là dove egli li fece togliere, ed esortando coloro che furono abituati da lui a ricevere la Comunione nelle mani a non farla più così". Parlai con il Decano del posto, che ebbe molta comprensione. Disse: "Non sono stato io ad introdurre l'uso della Comunione in mano. Per quanto riguarda i banchi, posso tentare di soddisfare questo desiderio, ma devo lasciare che decidano i sacerdoti del luogo". Parecchie volte venne l'anima di un altro sacerdote, lamentandosi che soffriva moltissimo, poiché aveva rimosso i banchi in chiesa, costringendo il popolo a ricevere la Comunione in piedi. Da ciò si capisce che qualcosa qui non funziona. È vero: il Papa ha permesso di ricevere la Comunione anche in piedi. Chi però desidera inginocchiarsi, deve avere la possibilità di farlo. Così vuole il Papa, e noi possiamo pretendere ciò da ogni sacerdote. Se un sacerdote, o un vescovo, sapesse qual è la sua grande responsabilità nell'introdurre l'uso della comunione in mano, non lo farebbe certamente, e non lo permetterebbe..."
(Maria Simma, Le anime del Purgatorio mi hanno detto..., pp. 150-151, Editrice Dielle, Messina 1975).
"Più volte querelossi grandemente il Signore con la sua serva del grave dolore che gli cagionavano in cuore le scostumatezze del Clero di allora. Egli, rammentando quelle singolarissime grazie con cui arricchir volle coloro, i quali si consacravano al suo santuario, le disse: "Vedi, mia figlia, io sono come colui, il quale partendo da questa vita, lascia agli amici suoi l'oggetto più prezioso dei suoi averi. Così ai miei ministri, che ho prescelti a preferenza degli Angeli e degli uomini, nel dividermi da questo mondo ho rimesso ciò che avevo di più caro e lasciato loro cinque doni: la fede è il primo, il secondo la consegna delle due chiavi del cielo e della terra, il terzo è la virtù di trasformare in un angelo un nemico di Dio, il quarto è il potere di consacrare il mio Corpo, ciò che a nessun Angelo è concesso, il quinto è il privilegio di poter toccare con le proprie mani la Carne mia purissima..."
(Suor Maria Bernardina dell'Ordine delle Cappuccine, Vita di S. Brigida di Svezia, pagina 280, Venezia 1890).
"Nell'assunzione di questo Sacramento (l'Eucaristia) fu sempre costume nella Chiesa di Dio che i laici ricevessero la comunione dai Sacerdoti e i Sacerdoti celebranti invece comunicassero se stessi, costume che con ogni ragione deve ritenersi come proveniente dalla Tradizione apostolica"(Concilio di Trento, Decreto sull'Eucaristia, sessione XIII D.-B. 881). p. Vittorio Luchetti
C'è anche da aggiungere la mistica Rani John Kerala: molto tempo fa ci furono dei miracoli eucaristici incredibili, addirittura filmati da tantissime persone che erano presenti al fatto; in pratica, appena la Santa Ostia le veniva data (in bocca, ovviamente) iniziava a trasformarsi diventando VERO SANGUE E CARNE! In più, il nostro Signore Gesù, le è apparso varie volte dandole, Lui stesso in bocca (vedete, non in mano!) la Santa Comunione.
Vi invito a dare un'occhiata al sito web (inglese): http://www.motherofkanchikode.com/site/
e i filmati che, oltre al sito, trovere anche su You Tube.
Molti miracoli giravano attorno a questa ragazza e quindi non ci sono dubbi che sia stata scelta dal Cielo per avvisare l'umanità dell'importanza della Santa Ostia.
MESSA ALL'ASTA UN'OSTIA CONSACRATA
II 15 aprile, la diocesi di Sioux City, Iowa, USA, ha pubblicato un comunicato nel quale si afferma che la questione dell'Ostia consacrata offerta all'asta è stata risolta: l'offerente ha ritirato l'offerta all'incanto.La mattina del 15 aprile, mons. Roger J. Augustine, amministratore della diocesi, si è incontrato con l'offerente: questi ha assicurato che non v'è stata alcuna vendita; ha espresso il suo dispiacere per l'accaduto e ha chiesto scusa a tutti coloro che si sono sentiti offesi per la sua iniziativa. L'Ostia è stata consegnata a mons. Augustine che ne ha disposto secondo quanto stabilito dalla legge della Chiesa.
L'ACCADUTO: Il 9 aprile scorso, (2005), il giorno dopo lo svolgimento dei funerali del Papa, sulla rete Ebay (sito internet di vendite all'asta, presente in tutto il mondo) degli Stati Uniti, è stata offerta all'incanto un'Ostia consacrata. L'offerente ha dichiarato che si sarebbe trattato di un'Ostia che egli aveva conservata nel corso di una Santa Messa in Vaticano, celebrata dal Papa, e a cui aveva assistito e partecipato nel 1988, nonostante non sia un cattolico. AI momento della Comunione, costui si sarebbe recato, per due volte, a prendere l'Ostia, al solo scopo di conservarla: ovviamente, ha ricevuto l'Ostia sulla mano, com'è d'uso nella Chiesa del post-concilio.
Insieme all'Ostia, costui ha offerto all'incanto anche quattro francobolli e un apri-bottiglia che, secondo lui, sarebbe stato benedetto dal Papa, perché lui stesso li teneva in mano durante la Messa.
L'Associated Press ha confermato che l'Ostia, partita da una base d'asta di 100 dollari, sarebbe stata venduta, il lunedì 11 aprile, per 2000 dollari, e sarebbe stata comprata da un cattolico che intendeva preservarla da ogni ulteriore profanazione e dal rischio che cadesse in mano a dei satanisti.
La diocesi di Sioux City, Iowa, interessata alla vicenda, ha reagito con forza di fronte a questa novità blasfema, e il suo portavoce, mons. Jim Wharton, si è subito attivato per cercare di neutralizzare la cosa.
I responsabili del "sito Ebay" hanno dichiarato che, secondo loro, non v'è nulla di male nel mettere all'asta un oggetto da collezione come un'Ostia consacrata.
Non è la prima volta che un'Ostia consacrata viene usata per gli scopi più diversi: dalla manìa personale, come sembrerebbe in questo caso, alla manìa di gruppo, e di gruppi dediti al culto di Satana.
Questa volta si sono sommati due fattori: la profanazione dell'Ostia e il successo mediatico del Papa che l'avrebbe consacrata. Se non ci fosse stata tutta la grancassa dei mezzi d'informazione sulla scomparsa di Giovanni Paolo li, forse nessuno si sarebbe sognato di offrire all'asta un'Ostia consacrata da lui e, forse, lo stesso accadimento sarebbe passato inosservato.
Ma la cosa che salta più all'occhio è che, nonostante i fenomeni come questo, si continui a distribuire la "Comunione sulla mano".
Non solo non v'è mai stata e non v'è ancora alcuna seria giustificazione per un uso tanto irriverente e blasfemo, ma non si comprende che senso possa avere continuare a distribuire il Corpo di Nostro Signore in maniera del tutto indiscriminata, anche a migliaia di persone insieme, nei posti più diversi, ove non ci si preoccupa neanche della qualificazione dei presenti: non solo se sono o meno in peccato mortale, ma nemmeno se sono o no dei cattolici.
Questa continua banalizzazione del sacro, questa continua umanizzazione delle cose della Religione, questa diffusa e affermata leggerezza, non possono essere bilanciate da nessun bel discorso di buona volontà, fosse profferito financo da un Papa.
La Religione viene vissuta e praticata dai fedeli sulla base della loro esperienza ordinaria in seno alla Chiesa, e se tale esperienza è principalmente centrata sulla superficialità, sulla leggerezza, sull'incontrollata spontaneità, a nulla varranno i bei discorsi, e la Fede ne risentirà per il numero e per la qualità.
Questi ultimi quarant'anni la dicono lunga in questo senso!
Ostie che volano
via
Lettera di un vecchio prete
canadese
Il 2 luglio 1970, un prete molto
serio ci scriveva una lettera, raccontandoci il fatto straordinario di Ostie
consacrate che sono volate via da se stesse da un Ciborio.
Noi abbiamo saputo la notizia anche da altre persone e ne abbiamo mandate alcune per una inchiesta sul posto. Ecco alcuni estratti della lettera di quel sacerdote.
Noi abbiamo saputo la notizia anche da altre persone e ne abbiamo mandate alcune per una inchiesta sul posto. Ecco alcuni estratti della lettera di quel sacerdote.
Sono venuto a conoscenza, da un
prete del Québec, di un avvenimento straordinario che sembra essere un miracolo
eucaristico.
Una di queste ultime domeniche (i1 21o 28 giugno 1970), alla Messa parrocchiale delle 7, nella chiesa di Beauceville (P.Q. Canada), il parroco don Carlo Eugenio Houde, sulla cinquantina, celebrava la S. Messa. Avendo già detto ai suoi parrocchiani che, d'ora in avanti, avevano il permesso di comunicarsi ricevendo la Santa Ostia nella mano, secondo le direttive dell'Arcivescovado di Québec, (1) prima della Messa disse ai suoi parrocchiani pressappoco così: "Per evitare delle complicazioni, vi comunicherete tutti ricevendo la Santa Ostia nella mano". (N.B.: Ciò era contrario alle direttive episcopali, le quali lasciano la libertà ai fedeli di comunicarsi, ricevendo la Santa Comunione sulla mano o nella bocca!). Al momento della Comunione, il parroco don Houde si volse verso i fedeli, tenendo le mani sul Ciborio. Ma prima che avesse preso un'Ostia e fatto un passo, ecco che una cinquantina di Ostie consacrate uscirono da se stesse dal Ciborio, e, levatesi in aria, si dispersero attorno al celebrante, cadendo, poi, lentamente, verso terra!
Don Houde fu talmente sorpreso da questa meraviglia che rimase alcuni minuti immobile, pallido per lo spavento. Poi, ispirato interiormente, disse ai fedeli che s'avvicinavano alla Sacra Mensa: "D'ora innanzi, voi vi cornunicherete tutti faceendo la Santa Ostia sulla lingua e non più sulla mano, perché il buon Dio ce ne ha dato ora un segno!".
Poi, s'inginocchiò per raccogliere le Sante Ostie disperse sul tappeto e distribuì la Santa Comunione. Di ritorno al presbiterio, disse: "Mai più, in vita mia. darò la Santa Comunione sulle mani!".
Se tutto questo è vero, il Signore ha voluto mostrarci che ricevere la Comunione nella mano è come gettare la Santa Ostia per terra, perché vi sono sovente delle briciole che cadono dalla mano dei comunicandi (la stessa cosa succede anche quando parecchi preti concelebrano!). Ecco perché la Chiesa esigeva l'uso di una patena, tenuta da un inserviente, per raccogliere le particole che contengono il Corpo di Cristo! Ecco perché anche le rubriche prescrivevano che il prete raccogliesse le briciole che erano potute restare sul corporale e che si lavasse le dita al di sopra del calice, dopo essersi comunicato, o se le purificasse in un piccolo vaso con l'acqua, dopo aver dato la Santa Comunione. Tutte queste precauzioni erano, appunto, per evitare le profanazioni e i sacrilegi.
Questo fatto miracoloso e le numerosissime profanazioni che ovunque si moltiplicano, dovrebbero decidere le Autorità Episcopali ad annullare un tale permesso, già, purtroppo, concesso: di dare la Comunione sulla mano.
(Da: Vers Demain,
gennaio-febbraio 1971, p. 29, Canada)
(1): Solo i Vescovi progressisti hanno
dato il "via" a questa "a-teologica" distribuzione della comunione sulle mani. E
lo hanno dato ancora prima delle disposizioni - purtroppo! - ormai ufficiali.
Comunque, anche queste, sono venute in seguito alle richieste dei Vescovi più
progressisti.
COMUNICARSI CON LA MANO: PECCATO?
S. Agostino disse: "A forza di veder tutto, si finisce con l'accettare tutto". Vero. I più si sono adeguati a questo nuovo stile in buona fede, dopo di aver assistito abitualmente a questa novità di celebrazione eucaristica, servita da sacerdoti adeguatisi al gusto del giorno.
Qui, ritorno a farne il punto, dopo due mie pubblicazioni su questo tema, per "amore della verità" (II.a Thess. 8-11) e per un vero amore verso Colui al quale noi tutti siamo tenuti a contraccambiare l'amore "con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra anima e con tutte le nostre forze" (Cfr. Rom. XII, 9-11; Gv. VIII, 4-9).
Naturalmente, non sono motivi estetici che mi fanno opporre alla Comunione sulla mano, ma perché non è di natura cattolica, essendo contro la pietà cristiana, di nessun rispetto delle mani unte del Sacerdote né di alcuna successione continua della Tradizione, la quale, anzi, si era sempre sviluppata in senso contrario. Infatti, nella Chiesa cattolica, è sempre stato uso ricevere la santa Comunione nella bocca, distribuita dal Sacerdote, il quale agisce "in persona Christi". Per questo, S. Pio X inserì esplicitamente nel suo Catechismo Maggiore questo venerando costume liturgico: "...Nei momenti di ricevere la santa Comunione, bisogna trovarsi in ginocchio, tenere la testa lievemente alzata, gli occhi modestamente rivolti verso la santa Ostia, la bocca sufficientemente aperta, con la lingua un pochino avanzata sul labbro inferiore. Bisogna tenere la tovaglia o il piattello (patena) della Comunione in modo che essi ricevano la santa Ostia se dovesse cadere... Se la santa Ostia si attaccasse al palato, bisognerebbe distaccarla con la lingua, e giammai con la dita". (Catechismo Maggiore, parte IV, c. IV, & 4). Come vedete, non sono dettagli di poca importanza, ma manifestano la cura di sempre della Chiesa per promuovere il massimo rispetto per il SS. Sacramento e anche le minime particelle consacrate.
False, comunque, sono state tutte le ciance di tanto clero che si son dati a raccontare che, nei primi secoli della Chiesa, la distribuzione della Comunione era senza adorazioni né genuflessioni, che si servivano anche da soli, a domicilio, intorno a un tavolo.
La verità storica è tutt'altro. Certo, le persecuzioni obbligavano i cristiani a radunarsi in privato, magari nelle catacombe. Quindi, gli altari di fortuna, le tavole, non furono mai la regola, ma solo l'eccezione. Prima di questo, il rispetto all'Eucaristia faceva sì che si scegliessero soprattutto le tombe dei Martiri come altari. San Felice (Papa dal 269 al 274) ordinò che la Messa fosse celebrata sulla tomba di un Martire (Cfr. Liber Pontificalis, tomo I, p. 158, ed. J. Bayet, Paris. E de Boccard 1955, p. 71 ss.). E questa decisione regolarizzava un uso già stabilito (cfr. "Dictionaire d'Archéologie chrètienne et de Liturgie", Paris, èd. Letpuzey et Ané., 1914, tome I, art. AUTEL, col. 3165-68).
San Pio I (Papa dal 141 al 156) aveva già inculcato il rispetto della Chiesa, "casa di Dio", e dell'altare. Anche san Soterio (Papa dal 167 al 175) (Cfr. lbdem-Regesta, pp. 921-922). Si legga anche S. lreneo di Lione (130208) (cfr. "Contra haereses", livre IV, c. 18, n. 6, PG, tome VII, col. 1029). E si leggano i San Gregorio di Nyssa (335-394), i Sant'Agostino d'Ippona (354-430), S. Pietro Grisologo (406450)... e via via! La moda, quindi, della "Cena" intorno a un tavolo non è, dunque, di tradizione apostolica, bensì di quel ex-frate massone Lutero che fantasticò Nostro Signore che celebrava rivolto al "popolo" (I. c. p. 1-8).
Così pure non ci fu mai l'uso di passare di mano in mano, su un piatto o in un canestro, l'Ostia consacrata. Questa non veniva presa, ma ricevuta... e solo dalla mano di un Sacerdote. Lo affermò anche Tertulliano: "Non la riceviamo dalla mano di altri, nec de aliorum manu sumimus" (Cfr. Liber de Corona, III, 3-P L., tomo li, col. 79). È dunque storicamente falso ogni altro dire. S. Sisto I (Papa dal 117-al 136) scrisse: "Solo i ministri del culto sono abilitati a toccare i sacri misteri: hic constituit ut mysteria sacra non tangerentur nisi a ministris" (cfr. Liber Pontificalis, tomo I, p. 57-Mansi I. 653; e cfr. "regesta Pontificum Romanorum", p. 919). L'abitudine di alcuni di fare diversamente, spinse la Chiesa a prendere delle sanzioni per far adempiere le norme apostoliche. San Damaso (Papa dal 366 al 384) interdisse l'abitudine di tenere in privato l'Alimento divino: "obiationes sub dominio laicorum detineri vetat" (Cfr. Regesta, p. 931). II Concilio di Saragozza, nel 380, lanciò l'anatema (canone III) contro coloro che facevano come ai tempi di persecuzione. Lo stesso fu fatto dal Concilio di Toledo, nell'anno 400 (canone XIV). Ma già prima, da Santo Stefano (Papa dal 254 al 257) aveva prescritto che "i laici non dovevano considerare le funzioni ecclesiastiche come fossero loro attribuite" (Cfr. Regesta, p. 925-Mans I, 889). Gli abusi, quindi, non erano la regola della Chiesa primitiva, il costume tradizionale di comunicarsi. S. Leone I (Papa dal 440 al 461) voleva che il Sacramento dell'Eucarestia si ricevesse tramite la bocca: hoc enim ORE sumitur quod Fide tenetur" (cfr. P L., tomo 54, col. 452). Papa Agapito I nel 536, compì un miracolo di guarigione improvvisa durante la Messa: "cumque ei Dominicus Corpus mitteret in os", cioè dopo aver dato l'Ostia consacrata nella bocca.
I soli che si comunicavano in piedi e con la mano, furono gli Ariani; ma questi negavano la divinità di Cristo e vedevano nell'Eucarestia solo un semplice simbolo d'unione.
La Chiesa cattolica, quindi, non ha mai cambiato disciplina. S. Tommaso d'Aquino, il maggior dottore della Chiesa cattolica (1225-1274), si fece eco di questa prescrizione apostolica: "La distribuzione del Corpo di Cristo appartiene al Sacerdote per tre motivi: in primo luogo, perché è lui che consacra, tenendo il posto di Cristo. Ora, è Cristo stesso che ha consacrato il suo Corpo nella Cena, ed è Lui stesso che lo ha dato agli altri da mangiare. Dunque, come la consacrazione del Corpo di Cristo appartiene al Sacerdote, altrettanto appartiene a lui la distribuzione. In secondo luogo, il sacerdote è stabilito intermediario tra Dio e il popolo. Di conseguenza, come a lui spetta l'offrire a Dio i doni del popolo, altrettanto spetta a lui donare al popolo i doni santificati da Dio. In terzo luogo, per il rispetto dovuto a questo Sacramento, nulla può toccarlo che non sia consacrato. Per questo motivo, il corporale e il calice vengono consacrati, ed altrettanto le mani del Sacerdote vengono consacrate per toccare questo Sacramento, e nessun altro ha il diritto di toccarlo, se non in caso di necessità". (Cfr. Summa Teologica, Ill.a pars, q. 82, a. 3).
II Concilio di Trento, nel 1551, dirà: "... Questo costume deve essere ritenuto di diritto e a giusto titolo come proveniente dalla Tradizione apostolica" (cfr. Sess. XIII, DE EUCHARISTIA, c. VIII-Denz Sch. Enchridion... ed. 33 a, N. 16-48°).
Lo stesso Paolo VI, nella sua enciclica "Mysterium FideV (3.9.1965), scrisse che "non bisognava cambiare il modo tradizionale di ricevere la Comunione" (&& 61-62).
Anche il "Memorial Domini" (29 maggio 1969), richiama alla disciplina cattolica: "... Tenuto conto della situazione attuale della Chiesa nel mondo intero, questa maniera di distribuire la santa Comunione deve essere conservata, non solamente perché essa ha dietro di sé una tradizione plurisecolare, ma soprattutto perché essa esprime il rispetto dei fedeli verso l'Eucarestia... questo modo di agire, devesi considerare tradizionale, assicura più efficacemente che la santa Comunione venga distribuita con il rispetto, il decoro e la dignità che le competono (...). Una forte maggioranza di vescovi ritiene che nulla debba essere cambiato alla disciplina attuale".
Invece, dopo il Vaticano Il s'incominciò la rivoluzione; il "fumo di Satana" inondò tutto il Tempio di Dio della Chiesa cattolica. Fu una vera rivoluzione! Si sono truccati persino i testi primitivi; si sono truccate sistematicamente anche le enciclopedie, i dizionari, i testi di teologia, di spiritualità, di archeologia, di liturgia, di catechesi mistogogiche e via dicendo. Si sono fatte affermazioni gratuite, citando vicendevolmente da un testo all'altro, giochi da ping-pong che valse per gli ingenui, gli impreparati, i sentimentali, i propensi alle grullerie, come fossero del materiale scientificamente dimostrato. Così i fedeli vennero gabbati a gettito continuo, abbagliati con mezzi gonfiati dal padre della menzogna travestito da angelo di luce.
Concludendo questi pochi accenni storici teologici, tolti da un mare di materiale su questo comunicarsi con la mano, Noi abbiamo l'ardire di affermare che coloro che comunicano, ingiungendo di comunicarsi con la mano, commettono certamente un atto peccaminoso sotto diversi aspetti.
Per primo, sarebbe una disubbidienza alla Tradizione cattolica. E poi sarebbe un'ingiustizia per l'empietà che commette verso Dio di cui lede la Maestà, e verso il Sacerdote cattolico di cui usurpa le prerogative. Certo, solo Dio sa quale misura abbiano questi peccati, non solo materiali ma anche formali. È incredibile che si sia dimenticato quanto ci insegnavano prima, in proposito, che era già materia leggera, nel sacrilegio, se si toccava un calice, una patena, altri pannolini sacri, senza essere stati autorizzati (cfr. Codice 1306).
I fedeli che non si sono lasciati sorprendere dal gioco dei modernisti e progressisti, si astenevano dal comunicarsi con la mano. Ma c'era proprio da domandarsi come si è giunti fino a quel punto. II principio fu del clero che cessò di trasmettere le verità di fede al popolo dei battezzati, facendone delle pecorelle smarrite ed erranti. Noi di "Chiesa viva" abbiamo subito reagito, con ben 12 articoli, storico teologici, contro questa disposizione sacrilega, chiaramente contro i testi dogmatici del Concilio di Trento.
Ma possibile che non si sappia che la "Comunione sulla mano" faceva parte di un "piano massonico" da lunga data preparato? Eppure, proprio la CEI (novembre 1989), con un vero "colpo di mano" da parte di vescovi progressisti e neo-modernisti, approfittando dell'assenza di molti Presuli, da un loro raduno sul tema, riuscì a far passare (`ordinanza" con un solo voto in più! E così, questo "placet" divenne "causa" di profanazioni sacrileghe, di sottrazioni di Ostie consacrate per usi sacrileghi, di "messe nere", di dispersione di frammenti per terra, di allontanamento, infine, delle anime dei fedeli dal ringraziamento dopo la Messa, così da sfumare il senso del divino; e certo si è proceduto a tappe: dall'obbligo ("bisogno") si passò alla convenienza ("conviene"); dalla convenienza, poi, si passò al silenzio, perché non ci fu più, o quasi, il ringraziamento. Eppure, Pio XII aveva scritto: "Raccogliti nel segreto e gioisci del tuo Dio, poiché tu possiedi Colui che il mondo intero non può toglierti" (cfr. "Mediator Dei", 20 settembre 1947). Piano piano, si abrogò al Sacerdote di fare l'abluzione delle sue dita dopo la Comunione; si eliminò quasi del tutto il digiuno, previa l'assunzione eucaristica; si è tolto il Santissimo Sacramento dal centro dell'altare, mettendolo "in laterale", in oscura posizione: si ridussero e si finì col disusare sia le private che le pubbliche devozioni latreutiche para-liturgiche; si tolse dai calendari la solennità del Corpus Domini; si minuscolizzarono le iniziali delle parole sacre; si tolsero i banchi col genuflessorio, sostituendolo con banali sedie e, oggi, si sono tolte anche queste; non si parlò più della necessità della confessione prima di ricevere la santa Comunione, quando fosse necessaria per peccati gravi; si fan trattare le Sacre Specie da tante mani indegne, e si è arrivato persino, in USA, a spedire, per posta, l'Ostia consacrata a coloro che desideravano comunicarsi...E potrei continuare, ma credo sia sufficiente quello che abbiamo detto, pur avendo tralasciato di citare il pensiero dei Padri della Chiesa e del Magistero solenne, "de fide" (Concilio di Firenze e Concilio di Trento), che hanno definito la "Presenza Reale" di Cristo anche nelle "particelle", o "frammenti" di Pane eucaristico, per cui, essendo "de fide", diventa certa e logica la mia affermazione che il distribuire la "Comunione sulla mano" diventa un gesto oggettivamente sacrilego. Si legga, ad hoc, anche la definizione che ne dà il "Codice di Diritto Canonico"': "Sacrilegio: è profanazione di persona, cosa e luoghi sacri o consacrati con rito religioso". Ora, qui, nella santa Comunione eucaristica, la "Presenza Reale" non è forse la stessa Persona di Gesù, Figlio di Dio e Dio Lui stesso, presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità, anche in tutti i "frammenti" che, con la nuova prassi liturgica, possono facilmente cadere in terra 'ene venir calpestati, e tantissime altre particole con11uiri1011sacrate finiscono nelle tasche e persino sui corpi immondi di donne, come avviene nelle "messe nere" o in altre profanazioni sataniche, alimentate, appunto, da questi sacrilegi sulle "Ostie consacrate", trafugate dalle chiese attraverso proprio la distribuzione sulle mani?..
E chiudo richiamando quello che disse il Concilio di Trento: "L'USO CHE SOLO IL SACERDOTE DIA LA COMUNIONE CON LE SUE MANI CONSACRATE, È UNA TRADIZIONE APOSTOLICA" (Sessione 13 c.8).
E con una chiarificazione del sommo teologo della Chiesa, San Tommaso d'Aquino: "IL CORPO DI CRISTO APPARTIENE Al SACERDOTI... ESSO NON SIA TOCCATO DA ALCUNO CHE NON SIA CONSACRATO"!
(da preghiereagesuemaria)
Altro su: http://amiamogesu.blogspot.it/2011/12/maria-ss-come-ci-si-comporta-messa.html e vi prego di leggere tutta questa pagina con tantissime altre prove e risposte alle vostre domande, riguardo la Santa Comunione e l'importanza di prenderla con le mani: http://www.preghiereagesuemaria.it/libri/comunione%20sulla%20mano%20risposte%20ad%20alcune%20domande.htm; è davvero scritta bene, con anche tante curiosità e fatti accaduti. Leggete, leggete, leggete! Il cristiano non sia MAI ignorante su queste cose! La religione non ammette ignoranza!
Ecco un'altro effetto negativo della Comunione sulla mano: http://www.youtube.com/watch?v=kHgCPzum3Z8&feature=player_embedded
I Sacerdoti non devono permetterlo! Che ne sanno poi loro se la Particola la mangiano o meno?
Attenti, quello è il Corpo di Gesù, c'è LUI lì dentro!!!!! Comunicarsi poi senza confessione con peccato mortale è un altro Sacrilegio ancora perchè permettete che Gesù entri dentro il vostro corpo pieno di peccati disgustosi; lo fate soffrire così!!!
State attenti, la Messa è la preghiera più bella che ci ha dato il Cielo. Non viverla bene vuol dire allontanare da sè una grandissima grazia! La Messa è l'unico vero momento in cui siamo UNO con LUI, un momento così bello e dolce che dovremmo vivere sempre, ogni giorno! State bene attenti, seguite le leggi millenarie della Chiesa! NIENTE deve essere modificato! VIVA LA COMUNIONE SULLA BOCCA!!!
- Elisabetta -