giovedì 1 dicembre 2011

NO ALLA COMUNIONE SULLA MANO!!!

La Comunione sulla mano è peccato!!! Esattamente, anche se ormai tutti fanno così.
Di seguito, le prove che dimostrano che è un sacrilegio toccare il Corpo purissimo di Cristo se non si è sacerdoti. Nemmeno le suore dovrebbero farlo!
Vi ricordo che questo era anche uno degli obbiettivi della Massoneria; le persone poi che fanno le sette sataniche, prendono l'Ostia e la portano alle loro messe nere! Non vi voglio dire poi cosa ci fanno con il meraviglioso corpo di Gesù, è troppo tremendo (lo lessi dallo scritto di un prete che faceva l'intervista a due satanisti).



COMUNIONE SULLA MANO? ANCHE I MISTICI DICONO DI NO!

"Dopo aver pregato, il Salvatore inse­gnò. Le parole uscivano dalla sua bocca come la luce irraggiante dal fuoco; essa permeava gli Apostoli, a ecce­zione di Giuda. Presa poi la patena con i frammenti di pane, Gesù disse ai convitati: - Prendete e mangiate: questo è il mio Corpo, che sarà dato per voi! - Protese quindi la destra, come per benedire, men­tre così faceva, irradiava da Lui un abba­gliante splendore. Non solo erano lumino­se le sue parole, ma anche il pane posato sulla lingua degli Apostoli, il quale era tutto raggiante. Vidi inoltre gli stessi Apo­stoli radiosi di Luce, a eccezione di Giuda, che divenne tenebroso. Il Nazareno aveva posto il Pane prima sulla lingua di Pietro e poi su quella di Giovanni; quindi aveva fatto segno a Giuda di avvicinarsi. L'Iscariota era stato il ter­zo, al quale Gesù aveva presentato il Sa­cramento; poi gli aveva detto: - Fa' presto quanto vuoi fare! Aveva comunicato quindi gli altri Apo­stoli, che gli si erano avvicinati a due a due".
(Dalle Rivelazioni della Beata Anna Caterina Emmerich, stimmatizzata agostiniana nata l'8 settembre 1774 e morta il 9 febbraio 1824, volume secondo, pagi­na 107, della Editrice Cantagalli di Siena).

"In mezzo a continui patimenti, essa nella festa del Corpus Domini ebbe ric­chissime visioni circa la istituzione del santissimo Sacramento... Vidi un quadro dell'istituzione del SS. Sacramento. Il Signore sedeva al centro del lato lungo della tavola; alla sua dritta sedeva Giovanni, alla sua sinistra uno svelto e sottile apostolo, che molto a Giovanni assomigliavasi; presso di lui sedeva Pie­tro, che spesso sporgeva il capo per sopra il suo vicino. Sul principio vidi il Signore ancor per alcun tempo ammaestrare se­dendo. Quindi egli sorse in piedi e gli altri con lui; tutti lo guardavano silenziosi e con una certa curiosità, e stavano intenti a ciò che egli fosse per fare. Vidi allora come sollevasse in alto il piatto su cui posava il pane, e rivolgesse gli occhi al cielo, e quindi con un coltello d'osso percorrendo le linee che solcavano quel pane, lo spez­zasse in bocconi. Lo vidi poi muover la mano dritta sopra quei frammenti come benedicendoli. Mentre ei ciò fece, si diffu­se da lui uscendo un gran splendore, il pane risplendeva, egli stesso era luminoso e come nella luce disciolto, e cotesta luce si diffuse sopra tutti i presenti e sembrava che penetrasse in loro. E tutti divennero silenziosi e raccolti; il solo Giuda vidi oscuro e come se respingesse cotesta luce. Gesù sollevò pure in alto il calice e gli occhi, e lo benedisse allo stesso modo. Non posso trovare altra espressione adatta a rappresentare ciò che in lui succedesse durante cotesta santa cerimonia, fuor quel­la di dire ch'io vedevo e sentivo come egli si trasformasse. Poi il pane ed il calice divennero luce. Vidi che aveva deposto i frammenti sopra la superficie di un piatto, che assomigliavasi ad una patena, e che con la sua dritta distribuiva cotesti bocconiponendoli in bocca a ciascuno..."
(Vita della Beata Anna Caterina Emmerich, scritta dal P.C.E. Schmóger della Congregazione del SS. Redentore, volume II, pp. 413-414, Editrice Marietti, Torino 1871).

"L'anima di un sacerdote venne da me e mi disse di pregare per lui, perché doveva soffrire molto. Di più non poté dire; poi sparì. Un'altra anima del Purgatorio mi spiegò in seguito: "Egli deve soffrire mol­to, poiché ha seguito l'uso di distribuire la Comunione nelle mani dei fedeli e perché ha fatto rimuovere i banchi che servivano per ricevere la Comunione in ginocchio. Si potrebbe aiutarlo rimettendo i banchi al loro posto, là dove egli li fece togliere, ed esortando coloro che furono abituati da lui a ricevere la Comunione nelle mani a non farla più così". Parlai con il Decano del posto, che ebbe molta comprensione. Disse: "Non sono stato io ad introdurre l'uso della Comunio­ne in mano. Per quanto riguarda i banchi, posso tentare di soddisfare questo deside­rio, ma devo lasciare che decidano i sacer­doti del luogo". Parecchie volte venne l'anima di un altro sacerdote, lamentandosi che soffriva moltissimo, poiché aveva rimosso i banchi in chiesa, costringendo il popolo a riceve­re la Comunione in piedi. Da ciò si capisce che qualcosa qui non funziona. È vero: il Papa ha permesso di ricevere la Comunio­ne anche in piedi. Chi però desidera ingi­nocchiarsi, deve avere la possibilità di farlo. Così vuole il Papa, e noi possiamo pretendere ciò da ogni sacerdote. Se un sacerdote, o un vescovo, sapesse qual è la sua grande responsabilità nell'in­trodurre l'uso della comunione in mano, non lo farebbe certamente, e non lo per­metterebbe..."
(Maria Simma, Le anime del Purgatorio mi hanno detto..., pp. 150-151, Editrice Dielle, Messina 1975).

"Più volte querelossi grandemente il Signore con la sua serva del grave dolore che gli cagionavano in cuore le sco­stumatezze del Clero di allora. Egli, ram­mentando quelle singolarissime grazie con cui arricchir volle coloro, i quali si consa­cravano al suo santuario, le disse: "Vedi, mia figlia, io sono come colui, il quale partendo da questa vita, lascia agli amici suoi l'oggetto più prezioso dei suoi averi. Così ai miei ministri, che ho prescelti a preferenza degli Angeli e degli uomini, nel dividermi da questo mondo ho rimesso ciò che avevo di più caro e lasciato loro cinque doni: la fede è il primo, il secondo la consegna delle due chiavi del cielo e della terra, il terzo è la virtù di trasformare in un angelo un nemico di Dio, il quarto è il potere di consacrare il mio Corpo, ciò che a nessun Angelo è concesso, il quinto è il privilegio di poter toccare con le proprie mani la Carne mia purissima..."
(Suor Maria Bernardina dell'Ordine del­le Cappuccine, Vita di S. Brigida di Sve­zia, pagina 280, Venezia 1890).

"Nell'assunzione di questo Sacramento (l'Eucaristia) fu sempre costume nella Chiesa di Dio che i laici ricevessero la comunione dai Sacerdoti e i Sacerdoti celebranti invece comunicassero se stessi, costume che con ogni ragione deve rite­nersi come proveniente dalla Tradizione apostolica"(Concilio di Trento, Decreto sull'Eucaristia, sessione XIII D.-B. 881). p. Vittorio Luchetti


C'è anche da aggiungere la mistica Rani John Kerala: molto tempo fa ci furono dei miracoli eucaristici incredibili, addirittura filmati da tantissime persone che erano presenti al fatto; in pratica, appena la Santa Ostia le veniva data (in bocca, ovviamente) iniziava a trasformarsi diventando VERO SANGUE E CARNE! In più, il nostro Signore Gesù, le è apparso varie volte dandole, Lui stesso in bocca (vedete, non in mano!) la Santa Comunione.

Vi invito a dare un'occhiata al sito web (inglese): http://www.motherofkanchikode.com/site/
e i filmati che, oltre al sito, trovere anche su You Tube.
Molti miracoli giravano attorno a questa ragazza e quindi non ci sono dubbi che sia stata scelta dal Cielo per avvisare l'umanità dell'importanza della Santa Ostia.



NO ALLA COMUNIONE SULLA MANO!!!

MESSA ALL'ASTA UN'OSTIA CONSACRATA

II 15 aprile, la diocesi di Sioux City, Iowa, USA, ha pubblicato un comuni­cato nel quale si afferma che la que­stione dell'Ostia consacrata offerta all'asta è stata risolta: l'offerente ha ritirato l'offerta all'incanto.
La mattina del 15 aprile, mons. Roger J. Augustine, amministratore della diocesi, si è incontrato con l'offerente: questi ha assicurato che non v'è stata alcuna vendita; ha espresso il suo di­spiacere per l'accaduto e ha chiesto scusa a tutti coloro che si sono sentiti offesi per la sua iniziativa. L'Ostia è stata consegnata a mons. Augustine che ne ha disposto secondo quanto stabilito dalla legge della Chiesa.


L'ACCADUTO: Il 9 aprile scorso, (2005), il giorno do­po lo svolgimento dei funerali del Pa­pa, sulla rete Ebay (sito internet di vendite all'asta, presente in tutto il mondo) degli Stati Uniti, è stata offer­ta all'incanto un'Ostia consacrata. L'offerente ha dichiarato che si sareb­be trattato di un'Ostia che egli aveva conservata nel corso di una Santa Messa in Vaticano, celebrata dal Papa, e a cui aveva assistito e partecipato nel 1988, nonostante non sia un catto­lico. AI momento della Comunione, co­stui si sarebbe recato, per due volte, a prendere l'Ostia, al solo scopo di con­servarla: ovviamente, ha ricevuto l'Ostia sulla mano, com'è d'uso nella Chiesa del post-concilio.
Insieme all'Ostia, costui ha offerto all'incanto anche quattro francobolli e un apri-bottiglia che, secondo lui, sa­rebbe stato benedetto dal Papa, per­ché lui stesso li teneva in mano du­rante la Messa.
L'Associated Press ha confermato che l'Ostia, partita da una base d'asta di 100 dollari, sarebbe stata venduta, il lunedì 11 aprile, per 2000 dollari, e sarebbe stata comprata da un cattolico che intendeva preservar­la da ogni ulteriore profanazione e dal rischio che cadesse in mano a dei satanisti.
La diocesi di Sioux City, Iowa, inte­ressata alla vicenda, ha reagito con forza di fronte a questa novità blasfe­ma, e il suo portavoce, mons. Jim Wharton, si è subito attivato per cer­care di neutralizzare la cosa.
I responsabili del "sito Ebay" hanno dichiarato che, secondo loro, non v'è nulla di male nel mettere all'asta un oggetto da collezione come un'Ostia consacrata.
Non è la prima volta che un'Ostia consacrata viene usata per gli scopi più diversi: dalla manìa personale, come sembrerebbe in questo caso, alla manìa di gruppo, e di gruppi de­diti al culto di Satana.
Questa volta si sono sommati due fattori: la profanazione dell'Ostia e il successo mediatico del Papa che l'avrebbe consacrata. Se non ci fosse stata tutta la grancassa dei mezzi d'informazione sulla scomparsa di Giovanni Paolo li, forse nessuno si sarebbe sognato di offrire all'asta un'Ostia consacrata da lui e, forse, lo stesso accadimento sarebbe passato inosservato.

Ma la cosa che salta più all'occhio è che, nonostante i fenomeni come questo, si continui a distribuire la "Comunione sulla mano".
Non solo non v'è mai stata e non v'è ancora alcuna seria giustificazione per un uso tanto irriverente e blasfemo, ma non si comprende che senso pos­sa avere continuare a distribuire il Corpo di Nostro Signore in maniera del tutto indiscriminata, anche a mi­gliaia di persone insieme, nei posti più diversi, ove non ci si preoccupa neanche della qualificazione dei presenti: non solo se sono o meno in peccato mortale, ma nemmeno se sono o no dei cattolici.
Questa continua banalizzazione del sacro, questa continua umanizzazio­ne delle cose della Religione, questa diffusa e affermata leggerezza, non possono essere bilanciate da nessun bel discorso di buona volontà, fosse profferito financo da un Papa.
La Religione viene vissuta e praticata dai fedeli sulla base della loro espe­rienza ordinaria in seno alla Chiesa, e se tale esperienza è principalmente centrata sulla superficialità, sulla leg­gerezza, sull'incontrollata sponta­neità, a nulla varranno i bei discorsi, e la Fede ne risentirà per il numero e per la qualità.
Questi ultimi quarant'anni la dicono lunga in questo senso!



Ostie che volano via
Lettera di un vecchio prete canadese

Il 2 luglio 1970, un prete molto serio ci scriveva una lettera, rac­contandoci il fatto straordinario di Ostie consacrate che sono volate via da se stesse da un Ciborio.
Noi abbiamo saputo la notizia anche da altre persone e ne abbiamo mandate alcu­ne per una inchiesta sul posto. Ecco alcu­ni estratti della lettera di quel sacerdote.
Sono venuto a conoscenza, da un prete del Québec, di un avvenimento straordi­nario che sembra essere un miracolo eucaristico.

Una di queste ultime domeniche (i1 21o 28 giugno 1970), alla Messa parrocchiale delle 7, nella chiesa di Beauceville (P.Q. Canada), il parroco don Carlo Eugenio Houde, sulla cinquantina, celebrava la S. Messa. Avendo già detto ai suoi parroc­chiani che, d'ora in avanti, avevano il per­messo di comunicarsi ricevendo la Santa Ostia nella mano, secondo le direttive dell'Arcivescovado di Québec, (1) prima della Messa disse ai suoi parrocchiani pressappoco così: "Per evitare delle com­plicazioni, vi comunicherete tutti rice­vendo la Santa Ostia nella mano". (N.B.: Ciò era contrario alle direttive episcopali, le quali lasciano la libertà ai fedeli di comunicarsi, ricevendo la Santa Comu­nione sulla mano o nella bocca!). Al momento della Comunione, il parroco don Houde si volse verso i fedeli, tenen­do le mani sul Ciborio. Ma prima che avesse preso un'Ostia e fatto un passo, ecco che una cinquantina di Ostie consa­crate uscirono da se stesse dal Ciborio, e, levatesi in aria, si dispersero attorno al celebrante, cadendo, poi, lentamente, verso terra!

Don Houde fu talmente sorpreso da que­sta meraviglia che rimase alcuni minuti immobile, pallido per lo spavento. Poi, ispirato interiormente, disse ai fedeli che s'avvicinavano alla Sacra Mensa: "D'ora innanzi, voi vi cornunicherete tutti face­endo la Santa Ostia sulla lingua e non più sulla mano, perché il buon Dio ce ne ha dato ora un segno!".

Poi, s'inginocchiò per raccogliere le Sante Ostie disperse sul tappeto e distri­buì la Santa Comunione. Di ritorno al presbiterio, disse: "Mai più, in vita mia. darò la Santa Comunione sulle mani!".

Se tutto questo è vero, il Signore ha volu­to mostrarci che ricevere la Comunione nella mano è come gettare la Santa Ostia per terra, perché vi sono sovente delle briciole che cadono dalla mano dei comunicandi (la stessa cosa succede anche quando parecchi preti concelebra­no!). Ecco perché la Chiesa esigeva l'uso di una patena, tenuta da un inserviente, per raccogliere le particole che contengo­no il Corpo di Cristo! Ecco perché anche le rubriche prescrivevano che il prete rac­cogliesse le briciole che erano potute restare sul corporale e che si lavasse le dita al di sopra del calice, dopo essersi comunicato, o se le purificasse in un pic­colo vaso con l'acqua, dopo aver dato la Santa Comunione. Tutte queste precau­zioni erano, appunto, per evitare le pro­fanazioni e i sacrilegi.

Questo fatto miracoloso e le numerosis­sime profanazioni che ovunque si molti­plicano, dovrebbero decidere le Autorità Episcopali ad annullare un tale permes­so, già, purtroppo, concesso: di dare la Comunione sulla mano.

(Da: Vers Demain, gennaio-febbraio 1971, p. 29, Canada)

(1): Solo i Vescovi progressisti hanno dato il "via" a questa "a-teologica" distribuzione della comunione sulle mani. E lo hanno dato ancora prima delle disposizioni - purtroppo! - ormai ufficiali. Comunque, anche queste, sono venu­te in seguito alle richieste dei Vescovi più pro­gressisti.


COMUNICARSI CON LA MANO: PECCATO?


S. Agostino disse: "A for­za di veder tutto, si fini­sce con l'accettare tut­to". Vero. I più si sono adeguati a questo nuovo stile in buona fede, do­po di aver assistito abitualmente a questa novità di celebrazione eucari­stica, servita da sacerdoti adeguatisi al gusto del giorno.
Qui, ritorno a farne il punto, dopo due mie pubblicazioni su questo tema, per "amore della verità" (II.a Thess. 8-11) e per un vero amore verso Colui al quale noi tutti siamo tenuti a contrac­cambiare l'amore "con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra anima e con tutte le nostre forze" (Cfr. Rom. XII, 9-11; Gv. VIII, 4-9).

Naturalmente, non sono motivi este­tici che mi fanno opporre alla Comu­nione sulla mano, ma perché non è di natura cattolica, essendo contro la pietà cristiana, di nessun rispetto delle mani unte del Sacerdote né di alcuna successione continua della Tradizione, la quale, anzi, si era sem­pre sviluppata in senso contrario. In­fatti, nella Chiesa cattolica, è sempre stato uso ricevere la santa Comu­nione nella bocca, distribuita dal Sa­cerdote, il quale agisce "in persona Christi". Per questo, S. Pio X inserì esplicitamente nel suo Catechismo Maggiore questo venerando costu­me liturgico: "...Nei momenti di ricevere la san­ta Comunione, bisogna trovarsi in ginocchio, tenere la testa lievemente alzata, gli occhi modestamente rivolti verso la santa Ostia, la bocca suffi­cientemente aperta, con la lingua un pochino avanzata sul labbro infe­riore. Bisogna tenere la tovaglia o il piattello (patena) della Comunione in modo che essi ricevano la santa Ostia se dovesse cadere... Se la santa Ostia si attaccasse al palato, bisognerebbe distaccarla con la lin­gua, e giammai con la dita". (Cate­chismo Maggiore, parte IV, c. IV, & 4). Come vedete, non sono dettagli di poca importanza, ma manifestano la cura di sempre della Chiesa per promuovere il massimo rispetto per il SS. Sacramento e anche le minime particelle consacrate.
False, comunque, sono state tutte le ciance di tanto clero che si son dati a raccontare che, nei primi secoli della Chiesa, la distribuzione della Comu­nione era senza adorazioni né genu­flessioni, che si servivano anche da soli, a domicilio, intorno a un tavolo.
La verità storica è tutt'altro. Certo, le persecuzioni obbligavano i cristiani a radunarsi in privato, magari nelle ca­tacombe. Quindi, gli altari di fortuna, le tavole, non furono mai la regola, ma solo l'eccezione. Prima di questo, il rispetto all'Eucaristia faceva sì che si scegliessero soprattutto le tombe dei Martiri come altari. San Felice (Papa dal 269 al 274) ordinò che la Messa fosse celebrata sulla tomba di un Martire (Cfr. Liber Pontificalis, to­mo I, p. 158, ed. J. Bayet, Paris. E de Boccard 1955, p. 71 ss.). E questa decisione regolarizzava un uso già stabilito (cfr. "Dictionaire d'Archéolo­gie chrètienne et de Liturgie", Paris, èd. Letpuzey et Ané., 1914, tome I, art. AUTEL, col. 3165-68).
San Pio I (Papa dal 141 al 156) aveva già inculcato il rispetto della Chiesa, "casa di Dio", e dell'altare. Anche san Soterio (Papa dal 167 al 175) (Cfr. lbdem-Regesta, pp. 921-922). Si legga anche S. lreneo di Lione (130­208) (cfr. "Contra haereses", livre IV, c. 18, n. 6, PG, tome VII, col. 1029). E si leggano i San Gregorio di Nyssa (335-394), i Sant'Agostino d'Ippona (354-430), S. Pietro Grisologo (406­450)... e via via! La moda, quindi, della "Cena" intorno a un tavolo non è, dunque, di tradizione apostolica, bensì di quel ex-frate massone Lu­tero che fantasticò Nostro Signore che celebrava rivolto al "popolo" (I. c. p. 1-8).
Così pure non ci fu mai l'uso di pas­sare di mano in mano, su un piatto o in un canestro, l'Ostia consacrata. Questa non veniva presa, ma ricevu­ta... e solo dalla mano di un Sacerdo­te. Lo affermò anche Tertulliano: "Non la riceviamo dalla mano di altri, nec de aliorum manu sumimus" (Cfr. Liber de Corona, III, 3-P L., tomo li, col. 79). È dunque storicamente falso ogni altro dire. S. Sisto I (Papa dal 117-al 136) scrisse: "Solo i mini­stri del culto sono abilitati a toccare i sacri misteri: hic constituit ut my­steria sacra non tangerentur nisi a ministris" (cfr. Liber Pontificalis, tomo I, p. 57-Mansi I. 653; e cfr. "regesta Pontificum Romanorum", p. 919). L'abitudine di alcuni di fare diversa­mente, spinse la Chiesa a prendere delle sanzioni per far adempiere le nor­me apostoliche. San Da­maso (Papa dal 366 al 384) interdisse l'abitudine di tenere in privato l'Ali­mento divino: "obiatio­nes sub dominio laico­rum detineri vetat" (Cfr. Regesta, p. 931). II Con­cilio di Saragozza, nel 380, lanciò l'anatema (ca­none III) contro coloro che facevano come ai tempi di persecuzione. Lo stesso fu fatto dal Conci­lio di Toledo, nell'anno 400 (canone XIV). Ma già prima, da Santo Stefano (Papa dal 254 al 257) aveva prescritto che "i laici non dovevano considerare le funzioni ecclesiastiche come fos­sero loro attribuite" (Cfr. Regesta, p. 925-Mans I, 889). Gli abusi, quindi, non erano la regola della Chiesa pri­mitiva, il costume tradizionale di co­municarsi. S. Leone I (Papa dal 440 al 461) voleva che il Sacramento dell'Eucarestia si ricevesse tramite la bocca: hoc enim ORE sumitur quod Fide tenetur" (cfr. P L., tomo 54, col. 452). Papa Agapito I nel 536, compì un miracolo di guarigione improvvisa durante la Messa: "cumque ei Dominicus Corpus mitteret in os", cioè dopo aver dato l'Ostia consa­crata nella bocca.
I soli che si comunicavano in piedi e con la mano, furono gli Ariani; ma questi negavano la divinità di Cristo e vedevano nell'Eucarestia solo un semplice simbolo d'unione.
La Chiesa cattolica, quindi, non ha mai cambiato disciplina. S. Tommaso d'Aquino, il maggior dottore della Chiesa cattolica (1225-1274), si fece eco di questa prescrizione apostolica: "La distribuzione del Corpo di Cri­sto appartiene al Sacerdote per tre motivi: in primo luogo, perché è lui che consacra, tenendo il posto di Cri­sto. Ora, è Cristo stesso che ha con­sacrato il suo Corpo nella Cena, ed è Lui stesso che lo ha dato agli altri da mangiare. Dunque, come la consa­crazione del Corpo di Cristo appar­tiene al Sacerdote, altrettanto appar­tiene a lui la distribuzione. In secon­do luogo, il sacerdote è stabilito in­termediario tra Dio e il popolo. Di conseguenza, come a lui spetta l'of­frire a Dio i doni del popolo, altrettan­to spetta a lui donare al popolo i doni santificati da Dio. In terzo luogo, per il rispetto dovuto a questo Sacra­mento, nulla può toccarlo che non sia consacrato. Per questo motivo, il corporale e il calice vengono consa­crati, ed altrettanto le mani del Sa­cerdote vengono consacrate per toccare questo Sacramento, e nes­sun altro ha il diritto di toccarlo, se non in caso di necessità". (Cfr. Summa Teologica, Ill.a pars, q. 82, a. 3).
II Concilio di Trento, nel 1551, dirà: "... Questo costume deve essere ritenuto di diritto e a giusto titolo come proveniente dalla Tradizione apostolica" (cfr. Sess. XIII, DE EUCHARISTIA, c. VIII-Denz Sch. Enchri­dion... ed. 33 a, N. 16-48°).
Lo stesso Paolo VI, nella sua encicli­ca "Mysterium FideV (3.9.1965), scrisse che "non bisognava cam­biare il modo tradizionale di riceve­re la Comunione" (&& 61-62).
Anche il "Memorial Domini" (29 maggio 1969), richiama alla disciplina cattolica: "... Tenuto conto della si­tuazione attuale della Chiesa nel mondo intero, questa maniera di di­stribuire la santa Comunione deve essere conservata, non solamente perché essa ha dietro di sé una tra­dizione plurisecolare, ma soprattut­to perché essa esprime il rispetto dei fedeli verso l'Eucarestia... que­sto modo di agire, devesi considerare tradizionale, assicura più efficace­mente che la santa Comunione ven­ga distribuita con il rispetto, il deco­ro e la dignità che le competono (...). Una forte maggioranza di vesco­vi ritiene che nulla debba essere cambiato alla disciplina attuale".
Invece, dopo il Vaticano Il s'incominciò la rivoluzio­ne; il "fumo di Satana" inondò tutto il Tempio di Dio della Chiesa cattolica. Fu una vera rivoluzione! Si sono truccati persino i te­sti primitivi; si sono truc­cate sistematicamente anche le enciclopedie, i dizionari, i testi di teolo­gia, di spiritualità, di ar­cheologia, di liturgia, di catechesi mistogogiche e via dicendo. Si sono fatte affermazioni gratuite, ci­tando vicendevolmente da un testo all'altro, gio­chi da ping-pong che valse per gli in­genui, gli impreparati, i sentimentali, i propensi alle grullerie, come fossero del materiale scientificamente dimo­strato. Così i fedeli vennero gabbati a gettito continuo, abbagliati con mezzi gonfiati dal padre della menzogna travestito da angelo di luce.
Concludendo questi pochi accenni storici teologici, tolti da un mare di materiale su questo comunicarsi con la mano, Noi abbiamo l'ardire di affermare che coloro che comunicano, ingiungendo di comunicarsi con la mano, commettono certamente un atto peccaminoso sotto diversi aspetti.
Per primo, sarebbe una disubbi­dienza alla Tradizione cattolica. E poi sarebbe un'ingiustizia per l'em­pietà che commette verso Dio di cui lede la Maestà, e verso il Sacerdote cattolico di cui usurpa le prerogative. Certo, solo Dio sa quale misura ab­biano questi peccati, non solo ma­teriali ma anche formali. È incredibi­le che si sia dimenticato quanto ci in­segnavano prima, in proposito, che era già materia leggera, nel sacrile­gio, se si toccava un cali­ce, una patena, altri pan­nolini sacri, senza essere stati autorizzati (cfr. Codi­ce 1306).
I fedeli che non si sono la­sciati sorprendere dal gio­co dei modernisti e pro­gressisti, si astenevano dal comunicarsi con la mano. Ma c'era proprio da domandarsi come si è giunti fino a quel punto. II principio fu del clero che cessò di trasmettere le verità di fede al popolo dei battezzati, facendone delle pecorelle smarrite ed erranti. Noi di "Chiesa vi­va" abbiamo subito reagi­to, con ben 12 articoli, storico teologici, contro questa disposizione sacri­lega, chiaramente contro i testi dogmatici del Conci­lio di Trento.
Ma possibile che non si sappia che la "Comunio­ne sulla mano" faceva parte di un "piano massonico" da lunga data preparato? Eppure, proprio la CEI (novembre 1989), con un vero "col­po di mano" da parte di vescovi progressisti e neo-modernisti, ap­profittando dell'assenza di molti Pre­suli, da un loro raduno sul tema, riu­scì a far passare (`ordinanza" con un solo voto in più! E così, questo "placet" divenne "causa" di profa­nazioni sacrileghe, di sottrazioni di Ostie consacrate per usi sacrileghi, di "messe nere", di dispersione di frammenti per terra, di allontana­mento, infine, delle anime dei fedeli dal ringraziamento dopo la Messa, così da sfumare il senso del divino; e certo si è proceduto a tappe: dall'ob­bligo ("bisogno") si passò alla con­venienza ("conviene"); dalla conve­nienza, poi, si passò al silenzio, perché non ci fu più, o quasi, il rin­graziamento. Eppure, Pio XII aveva scritto: "Raccogliti nel segreto e gioisci del tuo Dio, poiché tu pos­siedi Colui che il mondo intero non può toglierti" (cfr. "Mediator Dei", 20 settembre 1947). Piano piano, si abrogò al Sacerdote di fare l'abluzio­ne delle sue dita dopo la Comunione; si eliminò quasi del tutto il digiuno, previa l'assunzione eucaristica; si è tolto il Santissimo Sacramento dal centro dell'altare, mettendolo "in la­terale", in oscura posizione: si ridus­sero e si finì col disusare sia le priva­te che le pubbliche devozioni latreuti­che para-liturgiche; si tolse dai calen­dari la solennità del Corpus Domini; si minuscolizzarono le iniziali delle parole sacre; si tolsero i banchi col genuflessorio, sostituendolo con ba­nali sedie e, oggi, si sono tolte anche queste; non si parlò più della neces­sità della confessione prima di rice­vere la santa Comunione, quando fosse necessaria per peccati gravi; si fan trattare le Sacre Specie da tante mani indegne, e si è arrivato persino, in USA, a spedire, per posta, l'Ostia consacrata a coloro che desiderava­no comunicarsi...E potrei continuare, ma credo sia suf­ficiente quello che abbiamo detto, pur avendo tralasciato di citare il pensiero dei Padri della Chiesa e del Magistero solenne, "de fide" (Con­cilio di Firenze e Concilio di Trento), che hanno definito la "Presenza Reale" di Cristo anche nelle "parti­celle", o "frammenti" di Pane euca­ristico, per cui, essendo "de fide", diventa certa e logica la mia afferma­zione che il distribuire la "Comunio­ne sulla mano" diventa un gesto oggettivamente sacrile­go. Si legga, ad hoc, an­che la definizione che ne dà il "Codice di Diritto Canonico"': "Sacrilegio: è profanazione di perso­na, cosa e luoghi sacri o consacrati con rito reli­gioso". Ora, qui, nella santa Comunione eucari­stica, la "Presenza Rea­le" non è forse la stessa Persona di Gesù, Figlio di Dio e Dio Lui stesso, presente in Corpo, San­gue, Anima e Divinità, anche in tutti i "fram­menti" che, con la nuova prassi liturgica, possono facilmente cadere in terra 'ene venir calpestati, e tantis­sime altre particole con­11uiri1011sacrate finiscono nelle ta­sche e persino sui corpi immondi di donne, come avviene nelle "messe ne­re" o in altre profanazioni sataniche, alimentate, ap­punto, da questi sacrilegi sulle "Ostie consacrate", trafugate dalle chiese attraverso proprio la distribuzione sulle mani?..
E chiudo richiamando quello che disse il Concilio di Trento: "L'USO CHE SOLO IL SACERDOTE DIA LA COMUNIONE CON LE SUE MANI CONSACRATE, È UNA TRADIZIONE APOSTOLICA" (Sessione 13 c.8).
E con una chiarificazione del sommo teologo della Chiesa, San Tommaso d'Aquino: "IL CORPO DI CRISTO APPARTIENE Al SACERDOTI... ES­SO NON SIA TOCCATO DA ALCU­NO CHE NON SIA CONSACRATO"!



(da preghiereagesuemaria)


Altro su: http://amiamogesu.blogspot.it/2011/12/maria-ss-come-ci-si-comporta-messa.html e vi prego di leggere tutta questa pagina con tantissime altre prove e risposte alle vostre domande, riguardo la Santa Comunione e l'importanza di prenderla con le mani: http://www.preghiereagesuemaria.it/libri/comunione%20sulla%20mano%20risposte%20ad%20alcune%20domande.htm; è davvero scritta bene, con anche tante curiosità e fatti accaduti. Leggete, leggete, leggete! Il cristiano non sia MAI ignorante su queste cose! La religione non ammette ignoranza!


Ecco un'altro effetto negativo della Comunione sulla mano:
http://www.youtube.com/watch?v=kHgCPzum3Z8&feature=player_embedded


I Sacerdoti non devono permetterlo! Che ne sanno poi loro se la Particola la mangiano o meno?
Attenti, quello è il Corpo di Gesù, c'è LUI lì dentro!!!!! Comunicarsi poi senza confessione con peccato mortale è un altro Sacrilegio ancora perchè permettete che Gesù entri dentro il vostro corpo pieno di peccati disgustosi; lo fate soffrire così!!!


State attenti, la Messa è la preghiera più bella che ci ha dato il Cielo. Non viverla bene vuol dire allontanare da sè una grandissima grazia! La Messa è l'unico vero momento in cui siamo UNO con LUI, un momento così bello e dolce che dovremmo vivere sempre, ogni giorno! State bene attenti, seguite le leggi millenarie della Chiesa! NIENTE deve essere modificato! VIVA LA COMUNIONE SULLA BOCCA!!!


- Elisabetta -