Le promesse di Gesù:
Dal
mio Cuore sempre partono voci di amore che invadono le anime, le
scaldano e, a volte, le bruciano. E' la voce del Cuore mio che si
propaga e raggiunge anche quelli che non vogliono sentirmi e che,
perciò, non si accorgono di me. Ma a tutti parlo interiormente, a
tutti mando la mia voce, perché tutti amo. Chi conosce la legge
dell'amore non si meraviglia se Io insisto a dire che non posso non
picchiare alle porte di quelli che mi resistono e che il rifiuto
che spesso ne ottengo mi costringe - per così dire - a ripetere
il richiamo, l'invito, l'offerta. Ora, queste mie voci tutte calde
d'amore, che partono dal Cuore mio, che altro sono se non l'amorosa
volontà di un Dio amante che vuole salvare? Ma so assai bene che i
miei inviti disinteressati non giovano a tanti e che i pochi che li
accettano devono anche essi fare notevoli sforzi per accogliermi.
Ebbene voglio dimostrarmi generoso (quasi che finora non lo fossi
stato) e lo fo dandovi una preziosa gemma dell'amore mio per
testimonianza dell'affetto sincero che Io nutro per tutti. Così,
ho deciso di aprire una diga per lasciar passare il fiume di
grazia che il mio cuore non può contenere più. Ed ecco cosa offro a
tutti in cambio di un pò d'amore:
Remissione
di tutte le colpe e certezza di salvezza in punto di morte a chi
pensa, una volta al giorno, almeno, alle pene che provai nell'Orto
del Gethsemani;
Contrizione
perfetta e duratura a chi faccia celebrare una Messa in
onore di quelle stesse pene;
Riuscita
nelle faccende spirituali a coloro che inculcheranno agli altri
l'amore alle pene dolorosissime del mio Gethsemani.
Infine,
per dimostravi che voglio proprio rompere una diga del mio Cuore e
darvi un fiume di grazia, Io prometto a chi si farà promotore della
devozione al mio Gethsemani queste altre tre cose:
1)
Vittoria completa e definitiva nella maggiore tentazione cui è
soggetto;
2)
Potere diretto di liberare anime dal Purgatorio;
3)
Grande luce per compiere la mia volontà.
Tutti
questi doni miei Io farò con certezza a quelli che faranno le cose
che ho dette, con amore e compassione per la mia spaventosa agonia
del Gethsemani.
(agosto
del 1963)
PREGHIERA
A GESU' AGONIZZANTE NEL GETHSEMANI
O
Gesù, che nell'eccesso del tuo amore e per vincere la durezza dei
nostri cuori, doni tante grazie a chi medita e propaga la devozione
della tua SS. Passione del Gethsemani, ti prego di voler
disporre il cuore e l'anima mia a pensare spesso alla tua
amarissima Agonia nell'Orto, per compatirti e unirmi a te il più
possibile. Gesù benedetto, che sopportasti in quella notte il peso
di tutte le nostre colpe e che per esse hai pagato completamente,
fammi il grandissimo dono di una perfetta contrizione per le mie
numerose colpe che ti fecero sudare sangue. Gesù benedetto, per
la tua fortissima lotta del Gethsemani, dammi di poter riportare
completa e definitiva vittoria nelle tentazioni e specialmente
in quella cui vado maggiormente soggetto. O Gesù appassionato,
per le ansie, i timori e le sconosciute ma intensissime pene che hai
sofferto nella notte in cui fosti tradito, dammi una grande luce
per compiere la tua volontà e fammi pensare e ripensare all'enorme
sforzo e alla impressionante lotta che vittoriosamente sostenesti per
fare non la tua ma la volontà del Padre. Sii benedetto, o Gesù, per
l'agonia e le lacrime che versasti in quella notte santissima.
Sii benedetto, o Gesù, per il sudore di sangue che avesti
e per le angoscie mortali che provasti nella più agghiacciante
solitudine che mai uomo potrà concepire. Sii benedetto, o Gesù
dolcissimo ma immensamente amareggiato, per la preghiera umanissima e
divinissima che sgorgò dal tuo Cuore agonizzante nella notte
dell'ingratitudine e del tradimento. Eterno Padre, ti offro tutte le
Sante Messe passate, presenti e future unito a Gesù agonizzante
nell'Orto degli ulivi. Santissima Trinità, fa che si diffonda nel
mondo la conoscenza e l'amore per la SS. Passione del
Gethsemani. Fà, o Gesù, che tutti coloro che ti amano, vedendoti
crocifisso, ricordino anche le inaudite pene tue nell'Orto e,
seguendo il tuo esempio, imparino a ben pregare, combattere e vincere
per poterti poi glorificare eternamente in cielo. Cosi sia.
23.XI.1963
Con
approvazione ecclesiastica + Macario, Vescovo di Fabriano
PAROLE
DI GESU'
Nel
Gethsemani conobbi i peccati di tutti gli uomini. Fui fatto
quindi: ladro, assassino, adultero, bugiardo, sacrilego,
bestemmiatore, calunniatore e ribelle al Padre che invece ho sempre
amato. Io, puro, ho risposto al Padre come se fossi macchiato di
tutte le impurità. Ed in questo, appunto è consistito il Mio
sudare sangue: nel contrasto del Mio amore per il Padre e la Sua
volontà che voleva addossarmi tutto il marciume dei Miei fratelli.
Ma ho obbedito, sino alla fine ho obbedito e per amore di tutti
mi sono ricoperto di ogni macchia, pur di fare il volere di Mio Padre
e salvarvi dalla perdizione eterna. Nessuno crederà che molto più
soffrii allora anziché sulla Croce, pur tanto e tanto dolorosa,
perché chiaramente ed insistentemente Mi fu mostrato che i peccati
di tutti erano fatti Miei ed Io dovevo risponderne per ciascuno.
Sicché Io, innocente, ho risposto al Padre come se fossi
veramente colpevole di disonestà. Considera, perciò, quante agonie
più che mortali ho avuto in quella notte e, credimi, nessuno poteva
alleggerirmi di tali spasimi, perché, anzi, vedevo che ognuno
di voi si è adoperato per rendermi crudelissima la morte che ad ogni
attimo Mi veniva data per le offese di cui ho pagato interamente
il riscatto. Più di quanto l'uomo può capire ed oltre ogni
immaginazione, provai in Me stesso abbandono, dolore e morte.
Nessuna grandezza maggiore potete attribuirmi che questa: essere
divenuto centro, bersaglio di tutte le colpe vostre.
Immensamente conobbi il peso delle offese che al Padre Mio
furono e sarebbero state fatte. La Mia Divinità, avendo preso per
suo proprio strumento la Mia Umanità, Mi partecipava la
bruttezza che nasconde la ribellione e la conseguente
disubbidienza, trasformando il tutto in gemiti e martirii
nell'Anima e nel Corpo. Ma un solo istante sarebbe bastato, un solo
Mio sospiro avrebbe potuto operare la Redenzione per la quale
ero stato inviato; eppure moltiplicai questi sospiri, prolungai il
Mio vivere quaggiù, perché Sapienza e Amore così volevano. Giunto,
però, alla fine volli come intensificare in Me stesso ogni genere di
patimenti: vidi tutto ciò che dovevo redimere e che tutto Mi era
addossato come cose Mie. Fù lì, nell'Orto, il culmine del dolore e
Uomo quale Io volli essere, fui atterrato, sopraffatto, fisicamente
distrutto. Venne l'Angelo Mio e mi ristorò mostrandomi le pene che
altre Mie creature fedeli avrebbero sofferto per questo Mio soffrire;
non gloria Mi fu mostrata ma amore, compassione, unione. Ecco
come ripresi animo, ecco come diedi a Me stesso sollievo e forza.
Pianto e lotta, sangue e vittoria, ho portato agli uomini,
ingrati ed immemori, per quella notte di grande sconforto. Fu
notte di redenzione, in cui Mi sostituii ad ogni peccatore e ne
presi ogni colpa, ma, oltre a ciò volli racchiudere anche le
pene tutte degli uomini e soffrirne intensamente. Miei cari, il
Gethsemani è un mare senza confini, un oceano in carità nel quale
ogni persona, ogni colpa, ogni dolore venne sommerso ed Io sentii
realmente: non in via immaginaria, tutta la gravezza che nel mondo
sarebbe discesa. Amore per il Padre, amore per gli uomini, Mi
fecero vittima volontaria. Se uno di voi avesse potuto vederMi,
sarebbe morto di spavento per il solo aspetto fisico che avevo preso.
Poiché non trattavasi di un solo tipo di pena, non si trattava
di un solo anelito, ma di mille, milioni di aneliti tutti compressi
in Me. Io fui capace di abbracciare ogni vostra colpa e tutte le
vostre sofferenze. Io solo sono stato capace di sentire, dico
sentire, tutte le vostre pene, perché Io ero voi e voi eravate Me.
Notte di tragedia, notte oscura per la Mia Anima che inoltravasi
titubante fra gli ulivi del Gethsemani. Il Padre Mi preparava
l'Altare sul quale Io, Sua Vittima, dovevo essere Immolato. Io
dovevo prendere le colpe degli altri e Colui che Mi aveva mandato,
attendeva quella notte per dare agli uomini la misura del Suo Amore,
col sacrificio totale di Me, Suo Figlio e Sua Prima Creatura.
Laggiù fra gli ulivi del Gethsemani, il peccato degli uomini
ebbe sconfitta definitiva perché fu in quel luogo che Io Mi Immolai
e vinsi. E' vero che sarebbe bastato un solo sospiro nel mondo per
dar redenzione a tutti, ma è anche vero che un'opera è completa
quando raggiunge il culmine voluto, come dire che, essendo stabilito
che Io pagassi per tutti sottoponendomi alle umiliazioni della
Passione, soltanto con la Immolazione potevasi raggiungere lo
scopo voluto dal Padre. Difatti, il merito fu infinito in Me,
qualsiasi cosa Io facessi, tuttavia la volontà Divina voleva la
Mia umiliazione sotto la Sua potente mano, a titolo di completamento
della Sua e Mia opera: perciò col Gethsemani si adempì la prima
parte di tale volontà e la parte principalissima. Lentamente, quasi
privo di forze, ero giunto ai piedi di quell'altare sul quale il Mio
Sacrificio stava per iniziarsi e consumarsi. Che notte fu quella!
Quale angoscia, nel Mio cuore, al pensiero, alla visione terrificante
dei peccati degli uomini! Ero la Luce e non vedevo che tenebre; ero
il Fuoco e non sentivo che gelo; ero l'Amore e non sentivo che il
disamore; ero il Bene e non sentivo che il male; ero la Gioia e non
avevo che tristezza, ero Dio e Mi vedevo un verme, ero il Cristo,
l'Unto del Padre e Mi vedevo lordo e ributtante, ero la Dolcezza
e non sentivo che amarezza; ero il Giudice e subivo la condanna, la
vostra condanna; ero il Santo, ma venivo trattato come il
massimo peccatore; ero Gesù, ma sentivo chiamarMi soltanto con
nomi di vitupero da satana; ero la vittima volontaria, però la
Mia stessa natura umana Mi faceva sentire tremore e debolezza e
chiedeva l'allontanamento di tutta la sofferenza in cui trovavasi;
si, ero l'Uomo di tutti i dolori cui era sfuggita la gioia della
donazione di Me stesso che avevo fatto con trasporto tutto Divino. E
tutte queste cose, perché? Ve l'ho già detto: Io ero voi, perché
voi dovete divenire Me. La Mia Passione… Oh! che abisso di amarezze
ha racchiuso! E come è lontano chi crede di conoscerla soltanto
perché pensa alle sofferenze del Mio Corpo! Guardate al
Gethsemani, guardatemi disfatto nell'Orto e unitevi a Me! Torno
oggi a voi per ricordarvi di guardare bene il Mio viso triste, di
considerare meglio il Mio sudore di Sangue. Non vi interessa molto
questa Passione sconosciuta? Non vi pare che merito più
considerazione, migliore attenzione? Anime
Mie care! Tornate al Gethsemani, tornate con Me nel buio, nel
dolore, nella compassione, nell'amore doloroso! E tu, come ti trovi
ora? Intendi, dunque, che ti faccio simile a Me? Posa anche tu le tue
ginocchia sulla terra del tuo sacrificio e dì con Me: Padre, se
è possibile, allontana da me questo calice: però non si faccia
la mia, ma la Tua volontà. E quando avrai detto con intima
convinzione "fiat", allora cesserà tutto e sarai rinnovato
nel Mio Amore. Guardate al Gethsemani, guardatemi disfatto, nell'Orto
e unitevi a Me! Quanto a Me il soffrire che fu, ora Mi sarà
dolcissimo se vi metterete nella considerazione delle Mie pene. Non
temete di entrare con Me nel Gethsemani: Entrate e vedete. Se,
poi, vi parteciperò sensibili angosce e solitudini, ritenetele
Miei veri doni e non vi smarrite, ma con Me dite: Padre, non la mia
volontà, ma la Tua si faccia! Pregatemi, perché voglio sia
conosciuto come ho amato tutti voi in quell'ora di abbandono e di
tristezza senza nome.
(dal
libro: Anonimo del XX secolo - Parole di cielo - in 3 volumi - 7
ediz.)
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