giovedì 1 dicembre 2011

S. MARIA MADDALENA DE' PAZZI E IL PURGATORIO


Una sera, mentre con alcune Suore passeggiava nel giardino del Monastero, fu rapita in estasi, e fu intesa gridare più volte: Sì ne farò il giro, e con queste parole voleva acconsentire all'invito del suo Angelo Custode, che la esortava a visitare il Purgatorio. Le sue consorelle la videro con ammirazione e terrore intraprendere quel doloroso viaggio, del quale poi scrisse una splendida narrazione. Ogni tanto, girando intorno al vasto giardino, con la persona curva verso la terra, come schiacciata da un pesantissimo fardello, si fermava a considerare, con segni manifesti di orrore e di compassione, quello che l'Angelo le mostrava. Talora la si sentiva gridare: Oh, che pena! Misericordia, mio Dio, misericordia! E vide il luogo più profondo del Purgatorio, dove erano i Sacerdoti e i Religiosi, esclamando: Come! Sacerdoti e Religiosi in questo luogo si orribile? Ah, mio Dio, mio Dio, come li veggo tormentati!... E dicendo questo tremava tutta, e soffriva.

Dal luogo di purificazione dei Sacerdoti, andò in quello delle anime semplici, dei fanciulli e delle anime illetterate, le cui colpe sono attenuate dall’ignoranza. Vide che v'era ghiaccio e fuoco, e le anime passavano alternativamente dall'uno all'altro tormento. Erano in pena, eppure erano contente, perché sapevano che quei tormenti erano strada alla felicità. Vide un luogo pieno di schifosi demoni, che tormentavano le anime trafiggendole, ed erano le anime che in vita erano state vanitose ed ipocrite per piacere agli altri. Vide più innanzi un luogo, e in esso una turba sospinta verso un dato posto, come schiacciata da un enorme peso, ed erano le anime che in vita erano state impazienti e disobbedienti. Entrò nel luogo dove sono i bugiardi, vicinissimo all'Inferno; erano immersi in uno stagno agghiacciato, mentre nella loro bocca si versava piombo fuso. Vide gli avari che erano come liquefatti dal fuoco, quasi piombo nella fornace. Vide gl'impuri, i peccati dei quali erano stati perdonati, ma non erano stati abbastanza espiati in vita. Il loro posto di espiazione era sudicio e fetente, che al solo vederlo faceva orrore e chiudeva il cuore. Vide il carcere degli ambiziosi, e li vide soffrire acerbamente in mezzo a foltissime tenebre. « Oh, miseri costoro - gridò - che per aver voluto elevarsi sugli altri, sono ora condannati in tanta oscurità! ». Vide poi le anime di coloro che, ingrati verso Dio e duri di cuore, non avevano mai conosciuto che cosa volesse dire amare il loro Creatore, Redentore e Padre. Costoro li vedeva immersi in un lago di piombo fuso, in pena di aver fatto rimanere sterili, con la loro ingratitudine, le sorgenti della grazia.Finalmente, in un'ultima prigione le furono mostrate quelle anime che pur non avendo avuto in vita alcun vizio particolare, si macchiarono di tanti piccoli falli, e vide che dovevano subire tutti i castighi proporzionati ai vizi stessi, ma in piccole proporzioni.

E’ evidente che il genere delle pene osservate dalla Santa per i vari peccati che le anime espiano in Purgatorio, erano simboli di una realtà penosissima, che non può avere riscontro nelle pene della terra.Ad una creatura terrena Dio non poteva mostrare che in immagine le pene del Purgatorio, per i singoli stati di peccato o d'imperfezione delle anime.Il ghiaccio e il fuoco che vedeva la Santa per le anime, erano in realtà lo stato di gelo di quelle che non amarono Dio e non lo conobbero per ignoranza, e il fuoco era l'ardore che le bruciava di conoscerlo ed amarlo. Le trafitture delle anime che furono vanitose in vita, erano acuti rimorsi del loro spirito, mostrati come aghi, perché penetravano intimamente in loro, per aver cercato il compiacimento delle creature. I pesi che gravavano sulle anime impazienti e disobbedienti, erano l'oppressione che provavano nell'essere come dominate dal fuoco e strette da quelle fiamme. Il piombo fuso, versato nella bocca dei bugiardi, e lo stagno ghiacciato nel quale erano immersi, erano in realtà simbolo dell'espiazione delle bugie che, contrastando con la Verità Eterna, sono come fuoco che produce rovina, e freddo dello spirito lontano dalla Eterna Verità. Il piombo liquefatto al quale vedeva ridotti gli avari, era la tormentosa espiazione del loro attaccamento alla moneta metallica. Il sudiciume nel quale erano gl'impuri, rappresentava lo stato dell'anima loro, macchiata dei residui di obbrobriosi peccati. Le tenebre degli ambiziosi erano l'espiazione della loro brama di rifulgere nella gloria terrena.

Ogni peccato infatti, ogni imperfezione che macchia l'anima, diventa in lei come un abito, una natura, come un modo di vivere, tanto è vero che noi spontaneamente non designiamo il vizio di un uomo, ma lo personifichiamo; non diciamo: Quest'uomo pecca di avarizia, ma diciamo: è un avaro. Il vizio lo investe tutto, e l'espiazione lo investe tutto, di modo che l'anima è come piombo che si liquefa, si libera dalle scorie, e prende una novella forma, per così dire, una forma di giustizia, che le fa desiderare la ricchezza dell'eterna vita. La superbia diventa umiltà, nell’umiliazione delle pene che dominano l'anima; l'avarizia diventa distacco dalle cose terrene, nel desiderio del possesso dell'Eterno Bene; la lussuria, abito sozzo di passioni sozze, diventa come abito penitenziale che purifica l'anima. Lo stato di iracondia diventa abito di pazienza, perché l'anima subisce con amore le pene che la equilibrino nella pace. La gola diventa, per l'espiazione, a poco a poco gusto delle cose eterne. L'invidia diventa carità, nella brama che tutte le anime penanti siamo nella gloria. L'accidia diventa slancio ardente verso il Signore, per l'espiazione che purifica l'anima, scuotendola dal torpore nel quale visse sulla terra.L'anima è quasi come un filugello: prima ha una vita terrena di avidità terrene, come il filugello che prima di trasformarsi in farfalla, non fa che brucare avidamente il gelso. L'anima entra nel Purgatorio come un verme viscido e ripugnante, come il filugello nel bozzolo. Chiusa nella prigione del Purgatorio acquista quasi una nuova natura, e diventa bianca farfalla che vola verso Dio nell'eterna felicità.

Se noi pensassimo al danno che ci facciamo per i peccati veniali, misere soddisfazioni di un momento fugace, non saremmo così stolti da seguire con tanta facilità gl'impulsi delle passioni e le allettative dei sensi, e sapremmo dominarci, per vivere completamente nella grazia di Dio! Siamo come fanciullacci stoltissimi, che per il capriccio di un giuoco si fanno male, e per il misero gusto di accendere una fiamma producono un incendio!

(dal sito: preghiereagesuemaria)



IL MUSEO DELLE ANIME DEL PURGATORIO
Il R.P. Reginaldo Omes scrive nella sua opera: Si può entrare in comunicaztone con i morti? (ed. Pattloch): "Noi abbiamo visitato parecchie volte il celebre museo delle anime del purgatorio a Roma. E’ stato fondato nel 1900 dal R.P. Viktor Jouet, padre del Sacro Cuore, che fondò anche la rivista. Il purgatorio. Questo museo offre ai visitatori una collezione di documenti autentici, certamente unica nel suo genere. Si possono vedere le tracce del fuoco lasciato dalle anime del purgatorio sui libri di preghiera (cfr. quello di Margherita Dammerle d'Erlingen), sui messali, sui tessuti (come la camicia di Giuseppe Leleux de Mons, che porta l'impronta delle dita bruciate in data 21 gennaio 1789) o anche il cappotto militare, fortemente bruciacchiato dal fuoco, di una sentinella italiana che, durante una notte del 1932, era a guardia del Pantheon davanti al cenotafio di re Umberto I (assassinato nel 1900) il cui spettro posò una mano di fuoco sulla spalla del soldato dopo avergli confidato un messaggio per Vittorio Emanuele III. Si può anche vedere una Croce perfettamente tracciata dall'estremità di un indice infuocato. Se si ammette che tali segni non sono un effetto del caso, o di un inganno deliberato, è evidente che non possono che essere stati prodotti dal «fuoco» spirituale che avvolge le anime del purgatorio; essi non si possono spiegare che come un mtracolo di Dio, che ha creato a questo scopo un elemento capace di bruciare gli oggetti o di lasciarci queste tracce nere, simbolo della «bruciatura» spirituale che subiscono queste anime dopo la morte, durante il tempo della loro espiazione.

(foto del museo qui:
http://purgatorio.altervista.org/doc/varie/museo/museodelpurgatorio/index.html)

(molto altro sulle anime purganti qui:
http://purgatorio.altervista.org/index.php)